La società civile deve indignarsi.
Indignarsi in maniera decisa e convinta quando la memoria degli emblemi laici
martiri della lotta la cancro mafioso viene banalizzata, calunniata e
martoriata per sporchi fini e interessi. Apprendiamo con sdegno e amarezza la
notizia secondo la quale il pub viennese di Siate Gasse “Don Panino” avrebbe
banalizzato il sacrificio del giudice Giovanni Falcone e di Peppino Impastato,
noto attivista di Cinisi, ammazzato come un cane dai sicari del boss Tano
Badalamenti accostando i loro nomi a dei panini con tanto di vergognosa
descrizione.
Per cui Giovanni Falcone sarebbe diventato il panino «Don Falcone»
omaggiato con aglio pesto, insalata iceberg, salsiccia grossa di maiale e
grana. Accanto una vomitevole didascalia che reciterebbe: «Si è guadagnato il
titolo di più grande rivale della mafia di Palermo, ma purtroppo sarà grigliato
come un wurst» per arrivare al «Don Peppino» dove la didascalia reciterebbe «Siciliano
dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue».
Siamo coscienti del fatto che il
locale in questione non sia l’unico luogo austriaco in cui si insiste e
esasperano i luoghi comuni relativi agli italiani mafiosi. Il fenomeno,
appunto, il rebel chic, ossia la tendenza di ridicolizzare i criminali per
scopi commerciali, si sta diffondendo all’estero a macchia d’olio. In questo
contesto, però, non possiamo permettere che a finire in questo gioco, a nostro
avviso perverso, siano gli eroi dell’antimafia come Peppino Impastato e
Giovanni Falcone.
Essi rappresentano per noi
patrimonio nazionale della memoria e dell’impegno civile e non consentiremo a
nessuno di banalizzare il sacrificio della vita di chi ha lottato pagando con
la morte il cancro mafioso e criminale di una “Terra bellissima e disgraziata”
che non può rimanere a bocca chiusa dinnanzi a questo abominio. Non
permetteremo a nessuno, né ora né mai, di ridicolizzare l’impegno civile e la
forza di quelle idee e di quei fatti che si contrappongono ad ogni luogo comune
diffuso all’estero su ciò che sia la Sicilia e i Siciliani. I cittadini onesti,
gli attivisti, le istituzioni, le associazioni, i movimenti, i giovani tutti
dicono no a questo scempio! Giù le mani da chi ha avuto gli attributi necessari
per rendere questa Triangolo di Luce migliore.
Noi gridiamo con forza che i siciliani,
gli italiani onesti a questo gioco non ci stanno più. Per tale motivo chiediamo
un tempestivo intervento non solo da parte dell’ambasciata italiana in Austria,
ma invochiamo con forza l’intervento da parte delle forze politiche
ministeriali competenti affinché venga messa la parola fine a questa vomitevole
e riprovevole vicenda.
Non possiamo permettere con tutte
le nostre forze, al prezzo della nostra stessa vita, che chi impiega la propria
esistenza lottando il fenomeno mafioso in continuità con l’opera di Peppino,
Borsellino, Falcone, Puglisi e tutti gli altri, sia costretto ad assistere
inerme a tali soprusi messi in atto da violentatori della memoria sana di una
Sicilia che ha deciso di alzare la testa.
Rosario Crocetta, Presidente della Regione Sicilia e Sindaco di tutti i
siciliani
Sonny Foschino, presidente dell’Ass. “Peppino Impastato”
Salvo Vitale, giornalista e amico storico di Peppino Impastato
Gaetano Porcasi, pittore nazionale antimafia
I ragazzi di AULA AUT
Carmelo Ioppolo, presidente dell’associazione antiracket ACIB