Presenti i giovani, le istituzioni, il mondo antiracket * “Preghiamo i rappresentanti delle istituzioni qui presenti di
spiegare lo striscione affisso sul tavolo con i nomi delle vittime che
oggi commemoriamo”.
In questi termini, al di fuori di qualsiasi protocollo, il vice
Prefetto Romano, il questore dott. Carmelo Gugliotta, il Colonnello
dell’Arma dei Carabinieri Stefano Spagnol, il presidente
dell’Associazione “Peppino Impastato” Sonny Foschino, assieme al
testimone di giustizia Mario Caniglia, hanno dato inizio, sollecitati
dai rappresentanti delle della Rete Aggregativa Studentesca R. A. S.
Pasquale Calapso e Francesco Greco, alla mattinata organizzata al Salone
delle Bandiere di Messina intitolata “Quando la cultura fa più paura
della Giustizia”.
Un
titolo emblematico che ha rappresentato l’epicentro focale delle
tematiche discusse assieme ai 250 studenti accorsi in rappresentanza dei
Liceo Maurolico e La Farina di Messina. Un evento che, si era
preannunciato, sarebbe andato oltre gli schemi e la classica conferenza
che, se non riesce a tramutarsi in proposte concrete, rimane fine a se
stessa. E di presupposti, all’interno della manifestazioni, ne sono
stati dati tanti. I giovani presenti hanno potuto ascoltare la
testimonianza diretta di Mario Caniglia che, accorso con scorta al
seguito da Scordia (CT) non ha mancato l’appuntamento per portare il suo
messaggio “Io non ho pagato il pizzo e per questo sono un uomo libero.
Contadino e ignorante, mi sono laureato con la zappa a 11 anni sotto il
sole e la pioggia. Il frutto dei miei sacrifici non poteva andare in
mano a Cosa Nostra. Li ho denunciati. Vivo sotto scorta da dieci anni,
ma lo rifarei altre mille volte.”
Ha continuato Caniglia: “Quando mi
proposero di andar via e cambiare identità risposi: Io resto, sono loro
che devono andarsene”. Una storia che ha catturato l’attenzione di tutti
i presenti in sala che non hanno voluto perdere nessuna parola di un
monologo sentito, vissuto, coma la sceneggiatura di un film dove i
protagonisti sono uomini di tutti i giorni. Perfettamente in linea con
lo spirito della mattinata gli interventi degli alti vertici delle
istituzioni che hanno presenziato e relazionato nel corso della
mattinata.
“I giovani sono fondamentali in questa lotta e in tutte le
altre lotte che hanno come scopo il conseguimento della libertà e della
giustizia sociale”. Toccante l’intervento del Presidente
dell’Associazione Peppino Impastato che, come in altre occasioni, ha
abbandonato il tavolo dei relatori per svolgere l’intervento in mezzo al
pubblico. “Spesso un tavolo rappresenta una barriera invalicabile; e
qui dentro nessuno e diverso dall’altro”.
Ha poi sottolineato
l’importanza dell’umiltà, ricordando il prefetto Antonio Manganelli,
capo della Polizia. In sala è scoppiato un forte applauso. L’intervento
ha dato spunti rilevanti sull’importanza di una rinascita “tutta
messinese” all’insegna della cultura e della giustizia sociale, partendo
proprio dalle scuole. Si è poi accennato ad un progetto che dovrebbe
prender piede proprio nei mesi di Aprile e Maggio a Messina, in un’aula
autogestita del Liceo Maurolico alla quale, si è dichiarato, hanno già
aderito illustre personalità artistiche del panorama italiano e
internazionale. Una Messina che si avvia, dunque, a dei segni forti di
presa di coscienza che, tramutandosi in coscienza critica e militanza
attiva, potrebbero portare dei frutti a breve termine.
Presenti in sala numerosi presidente delle associazioni antiracket
che non hanno voluto mancare l’appuntamento. Antonio Parlato, Giuseppe
Scaffidi e Giuseppe Ricciardo del direttivo della “Impastato” e il
direttivo del neo circolo di Torrenova (ME).