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nessun allarmismo per le zecche nell’area archeologica di tindari
 
NESSUN ALLARMISMO PER LE ZECCHE NELL’AREA ARCHEOLOGICA DI TINDARI
nessun allarmismo per le zecche nell’area archeologica di tindari
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FONTE NOTIZIA: Ufficio stampa del Comune di Patti
Attualità, PATTI (ME)

Si è svolta stamane a Palazzo dell’Aquila, sede del municipio di Patti, una conferenza di servizi indetta dal sindaco Mauro Aquino, per discutere della problematica della presenza di zecche nell’area archeologica di Tindari. All’incontro erano presenti, oltre al primo cittadino, il dott. Umberto Spigo, direttore del Parco Archeologico delle Isole Eolie, di Milazzo e di Tindari, l’architetto Antonino Ilacqua, dirigente tecnico del Parco Archeologico, la dottoressa Molino, dirigente della Riserva Naturale Orientata di Marinello, il dott. Giuseppe Gacioppo del servizio veterinario dell’Asp, sede di Patti, il dott. Giuseppe Pipitò, ufficiale sanitario dell’Asp di Patti e il geometra Antonino Lo Iacono, componente dello staff del Sindaco con delega alle aree archeologiche.

La riunione, convocata con urgenza dal primo cittadino, è servita per fare un punto della situazione e per trovare insieme la soluzione al problema. Per i sanitari dell’Asp l’allarmismo che è stato generato è forse eccessivo. Secondo gli esperti, infatti, la possibilità di venire a contatto con dei parassiti, in questo caso del tipo zecche, all’interno dell’area archeologica, è nè più e nè meno uguale a quella a cui si può andare incontro raccogliendo finocchietto selvatico ai bordi delle strade di campagna.

Dall’incontro è emerso un dat le zecche non hanno un nemico naturale così come altri tipi di parassiti, l’unico modo per debellarle è quello di intervenire con la scerbatura e la disinfestazione. La pulizia dei luoghi, con una scerbatura costante durante le varie stagioni dell’anno, fa sì che i parassiti non si vadano a nascondere nell’erba dove poi vanno a covare. Al contempo anche gli animali selvatici, principale mezzo di diffusione delle zecche, sono costretti a cercare altri luoghi dove andarsi a rifugiare, limitando così la diffusione.

Alla scerbatura bisogna abbinare anche diversi cicli di disinfestazione. E proprio per questo aspetto dal tavolo tecnico è scaturita una richiesta alla Regione di intervenire con azioni di pulizia e disinfestazione programmate e continue.

Attualmente tra mille difficoltà di tipo economico gli interventi di scerbatura e di disinfestazione sono stati infatti pagati dal Comune e dal Parco Archeologico. Intanto già da giovedì prossimo, 14 giugno, verrà effettuato un altro intervento di scerbatura e di disinfestazione dell’area archeologica. A quest’ultima area si aggiungerà anche la cinta muraria che ha inizio dalla cosiddetta Porta a Tenaglia sino alle Mura Ciclopiche.
  

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