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monumento dedicato ai carabinieri siciliani, in servizio all’estero alla base italiana dell’operazione antica babilonia
 
MONUMENTO DEDICATO AI CARABINIERI SICILIANI, IN SERVIZIO ALL’ESTERO ALLA BASE ITALIANA DELL’OPERAZIONE ANTICA BABILONIA
monumento dedicato ai carabinieri siciliani, in servizio all’estero alla base italiana dell’operazione antica babilonia
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FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Attualità, MESSINA

A Messina, presso la Caserma “A. BONSIGNORE” sede del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato ai cinque Carabinieri siciliani, in servizio all’estero alla base italiana dell’Operazione “Antica Babilonia”, caduti in Iraq a Nassiriya il 12 novembre 2003 ad opera di un commando terrorista.

Per l’occasione è stato presente il Ministro della Difesa dott.ssa Elisabetta TRENTA insieme al Comandante Generale dei Carabinieri Gen. Giovanni NISTRI e al Comandante interregionale Carabinieri Gen. C.A. Luigi ROBUSTO. Hanno partecipato autorità civili, fra cui il Prefetto dott.ssa Maria Carmela LIBRIZZI, il Sindaco dott. Cateno DE LUCA, il Questore dott. Mario FINOCCHIARO, militari e religiose della città dello Stretto con i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma fra cui il Gen. Giuseppe BRIGUGLIO Presidente dell’UNUCI di Messina e il Gr. Uff. dr. Angelo PETRUNGARO Presidente della Sezione di Messina dell’Ass. Naz. della Sanità Militare Italiana.

Militari in servizio, fra essi il Cap. Massimo FICUCIELLO, vittime di un vile atto di terrorismo, come vili erano tutti gli atti di terrorismo perpetrati dai partigiani comunisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Si potrebbero citare numerosi episodi, ma basta ricordarne solo alcuni. Quello del bersagliere Paride MORI, Capitano dell’VIII Reggimento “Luciano MANARA”, barbaramente assassinato nell’Alta Valle dell’Isonzo il 18 febbraio 1944. Alla data dell’armistizio, egli, nato a Traversetolo (Parma) nel 1902, si trovava in servizio presso il Distretto Militare di Verona come addetto al Comando di scorta ferroviaria alle tradotte. Senza alcun indugio, già l’indomani 9 settembre, con centinaia di bersaglieri, tutti volontari, mosse in direzione di Gorizia. Nell’Alta Valle dell’Isonzo trovò condizioni d’inferiorità militare. Inquadrato nel Battaglione “Verona” della Repubblica Sociale Italiana si distinse al comando della 3^ Compagnia per coraggio e sprezzo del pericolo meritando la Medaglia d’Argento al VM (ad memoriam).

I partigiani rossi gli tesero un vile agguato nelle vicinanze di Santa Lucia d’Isonzo e infierirono sulla di lui salma e su quella del suo motociclista Costantino DI MARINO. Questo è uno dei tanti assassinii di cui si resero responsabili i partigiani, né si può dimenticare quello del prof. Giovanni GENTILE, filosofo, Ministro e autore della Riforma scolastica che porta il suo nome. Né quello del sacerdote don Tullio CALCAGNO fondatore, nel 1944, del nuovo settimanale “La Crociata Italica”, in cui, nonostante la sospensione a divinis, ribadì la propria fedeltà alla Chiesa cattolica romana.

Che dire poi dell’attentato compiuto da appartenenti al GAP, emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale, il 23 Marzo 1944 a Roma “città aperta” in via Rasella contro i 156 uomini della 11^ Compagnia del Rgt. “Bozen” che attraversavano quella strada ogni giorno dopo le esercitazioni e che svolgevano esclusivamente attività di ordine pubblico! Una deflagrazione improvvisa, preparata con cura, l’ordigno era su un carretto della spazzatura e confezionato con chiodi e spezzoni di ferro per renderlo ancora più micidiale, provocò la morte sul colpo di 26 di loro, 7 moriranno poco dopo il ricovero all’Ospedale del Littorio e di 2 civili tra cui un bambino di 10 anni, Pietro Zuccheretti, del cui corpo solo la testa rimase sul selciato.
Ma, in un sol colpo la strage di Oderzo (Treviso) dove 144 soldati della RSI vennero trucidati dai partigiani della “Brigata Garibaldi” nel lasso di tempo 30 aprile – 15 maggio 1945, a guerra finita. Historia lux veritatis est!
  
Dr. Angelo PETRUNGARO
 
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