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santo stefano di camastra – stamattina la cerimonia di intitolazione della caserma, al carabiniere biagio frugarello
 
SANTO STEFANO DI CAMASTRA – STAMATTINA LA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE DELLA CASERMA, AL CARABINIERE BIAGIO FRUGARELLO
santo stefano di camastra – stamattina la cerimonia di intitolazione della caserma, al carabiniere biagio frugarello
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FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Attualità, NEWS

Si è svolta stamattina la cerimonia di intitolazione della Caserma, che ospita la locale Compagnia Carabinieri, al Carabiniere Biagio FRUGARELLO, caduto il 5 settembre 1947 a Palermo ed insignito di Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla memoria” per aver perso la vita, il 3 settembre 1947 a Rocca Monreale (PA), durante un conflitto a fuoco avvenuto con un pericoloso latitante.

Innanzi ad una festante cornice di pubblico, tra cui le scolaresche del luogo, i Reparti schierati in armi e la Fanfara del 12° Btg “Sicilia hanno reso gli onori al Ministro dell’Interno, On. Angelino Alfano, che, accompagnato dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Tullio Del Sette, ha voluto essere presente alla cerimonia.

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Particolarmente significativo il saluto del C.te Provinciale dei Carabinieri di Messina, che nel richiamare lo stretto legame tra l’Arma e la popolazione di S. Stefano di Camastra ha sottolineato l’importanza strategica di quel presidio a difesa del territorio dalla criminalità.

Toccante, la benedizione del Vescovo di Patti, Mons. Ignazio Zambito, della bandiera, poi issata sulle note dell’inno di Mameli, e della lapide posta a memoria del caduto e scoperta alla presenza anche della madrina della cerimonia, Sig.ra Giuseppa FRUGARELLO sorella del Caduto.

Al taglio del nastro da parte del Ministro dell’Interno è seguita una visita dei locali e, infine, un sobrio buffet per gli ospiti.

Il Carabiniere FRUGARELLO, nato a Caronia (ME) il 14 dicembre del 1922, si arruolava nell’Arma dei Carabinieri il 28 dicembre 1941.

All’alba del 3 settembre 1947, unitamente ad altri 200 uomini, partiva a bordo di alcuni camion da Piazza della Vittoria di Palermo, diretti alla Rocca, al comando dei Commissari di P.S. Armando RINALDI e Aurelio SPAMPINATO e del Tenente dei Carabinieri Ignazio MELILLI.

Scopo della spedizione era la cattura del latitante Pasquale ABATE il quale sarebbe stato nascosto in casa dell’amante in via Filippo Paruta, in un casolare isolato in una zona rurale compresa fra il Sanatorio “G. Ingrassia” e la Caserma del Centro Addestramento Reclute dell’Esercito “Ciro Scianna”.

SONY DSCGiunti in fondo al Corso Calatafimi, gli uomini furono fatti scendere dai mezzi e disposti a gruppi di tre o quattro, tutto intorno alla zona dove sorgeva la casa indicata. Il dott. RINALDI, il dott. SPAMPINATO e il carabiniere FRUGARELLO si appostarono, per consiglio del Tenente MELILLI, lungo la via Saitta Lunghi, e precisamente di fronte al cancello di accesso al giardino Anello.

All’improvviso, i cani della zona iniziarono a latrare, dando di fatto l’allarme al delinquente che, compresa la situazione, inforcò una bicicletta, dandosi alla fuga e facendosi largo a colpi di pistola.

Nel conflitto a fuoco che ne seguì, furono colpiti i due Commissari e il Carabiniere FRUGARELLO. Il delinquente, colpito anch’egli fu dilaniato dallo scoppio di una bomba a mano che teneva in tasca.

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Il dott. RINALDI morì appena caricato sulla camionetta, mentre il Dott. SPAMPINATO morì in ospedale dopo qualche ora. Il carabiniere FRUGARELLO morì a 24 anni, il 5 settembre 1947, anch’egli in ospedale, dopo un’agonia di qualche giorno.

Per tali fatti gli è stata conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione:

Partecipò animosamente a rischioso servizio diretto all’arresto di pericoloso bandito, autore di efferati delitti, per la cui cattura aveva espletato lunghe ed abili indagini e contro il quale nel conflitto a fuoco derivatone, si slanciava con risolutezza e sprezzo del pericolo. Colpito a morte, insieme a due funzionari di P.S. nella lunga agonia, si mostrava fiero del dovere compiuto.” Rocca Monreale (Palermo) 3 settembre 1947.

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Nel suo discorso, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Messina, Colonnello Iacopo MANNUCCI BENINCASA, dopo aver salutato e ringraziato le Autorità civili, militari e religiose intervenute, ha pronunciato: “è una presenza ambita, testimonianza di una vicinanza che gratifica l’impegno degli oltre 70 Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra.

Un caloroso benvenuto agli studenti qui convenuti con i loro insegnanti: l’Istituto d’arte “Ciro Michele Esposito”, l’alberghiero “Manzoni” e l’Istituto comprensivo “Bonarroti” di Santo Stefano, nonché l’Istituto agrario di Caronia.

La loro partecipazione rende questa cerimonia anche una lezione di “buona cittadinanza”, proiettando nel futuro quella relazione di amicizia che da sempre lega le comunità ai “propri” Carabinieri, spesso unico presidio di polizia, com’è per i 6 Comuni che compongono il territorio di questa Compagnia.

È una relazione che affonda le sue radici nel tempo. Risale, infatti, al 1861 la presenza dell’Arma in Santo Stefano di Camastra, con l’istituzione della Stazione Carabinieri proprio all’indomani della spedizione militare garibaldina e della costituzione del Governo provvisorio in Sicilia.

Si tratta di una singolarità di non poco conto, ove si pensi che, in un percorso istituzionale lungo oltre duecento anni, l’Arma ha mantenuto immutati missione, struttura ordinativa e finanche la denominazione dei propri reparti: un modello di sicurezza, il cui successo sta nella prossimità alle esigenze dei cittadini.

Questa prossimità trova oggi pieno riconoscimento nella sensibilità dell’Amministrazione comunale di Santo Stefano e del suo primo cittadino, il Sindaco Francesco RE, cui va il mio particolare ringraziamento per aver fortemente sostenuto questa iniziativa.

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L’acquisizione di una nuova sede, moderna e funzionale, qualifica ulteriormente il servizio reso alla collettività e ne supporta l’efficacia, a fronte delle aggiornate necessità operative.

È una bel successo, frutto di uno sforzo di squadra di rilevante entità – anche sul piano finanziario – che ha visto impegnati l’Arma e i cittadini, avendo quale unico obiettivo il bene comune.

Quello stesso bene comune al quale sacrificò la propria vita il Carabiniere Biagio FRUGARELLO, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, caduto alle porte di Palermo nei primi anni del dopoguerra.

Oggi è anche l’occasione per farne memoria, assieme ai suoi familiari: la Signora Giuseppa, sorella del decorato e madrina di questa cerimonia, presente assieme al fratello Paolo e ai numerosi nipoti.

Il Carabiniere FRUGARELLO era profondamente legato a queste terre. Nato a Caronia nel 1922, si arruolò volontario nell’Arma alla fine del 1941, venendo assegnato prima alla Legione Carabinieri di Genova e, al termine del conflitto, a quella di Palermo.

All’alba del 3 settembre 1947, lui ed altri 200 uomini, al comando di due commissari di polizia, partirono dal capoluogo siciliano diretti alla Rocca di Monreale.

Lo scopo della spedizione era la cattura, in un casolare isolato, di un pericoloso mafioso latitante. Ne seguì un violento conflitto a fuoco, in cui il Carabiniere FRUGARELLO e i due funzionari, sebbene feriti a morte, riuscirono a rispondere ai colpi uccidendo il ricercato.

Biagio è caduto 68 anni fa, ma per l’Arma è come se avesse perso la vita ieri, perché la forza del suo esempio attraversa il tempo e giunge intatta ad interpellare le nostre coscienze.

Come affermava il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Carabiniere è un uomo che crede e, quindi, che ha fede. Un’incrollabile fede, contagiosa di legalità e di fiducia per tutti i cittadini.

Questo – Signor Ministro, Signor Comandante Generale – è l’impegno che rinnovano oggi i Carabinieri di Santo Stefano di Camastra.

Li guardo negli occhi. Sono certo che sapranno corrispondere, senza riserve, a quel credito di fiducia che da oltre duecento anni accompagna gli uomini dell’Arma, figli orgogliosi di questo Paese”.

Santo Stefano di Camastra – Stamattina la cerimonia di intitolazione della Caserma, al Carabiniere Biagio Frugarello

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