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in francia i supermercati devono dare ai poveri i prodotti invenduti
 
IN FRANCIA I SUPERMERCATI DEVONO DARE AI POVERI I PRODOTTI INVENDUTI
in francia i supermercati devono dare ai poveri i prodotti invenduti
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POSTATA DA: Scaffidi Catrinella Lorenzo
Attualità, PARIGI

In un periodo di grave crisi mondiale, dove aumentano sempre di più le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, a causa della perdurante crisi globale e della mancanza di lavoro,la Francia dice basta agli sprechi alimentari. E lo fa con una legge, votata all’unanimità dall’Assemblea di Parigi, che vieta ai grandi supermercati e ai centri commerciali - oltre i 400 metri quadrati - di buttare prodotti ancora buoni rimasti invenduti. D’ora in avanti dovranno essere regalati alle associazioni benefiche, ridotti in concime o riutilizzati come mangime per animali. Chi sgarra rischia multe fino a 75 mila euro e due anni di carcere. «È scandaloso vedere cibi ancora commestibili cosparsi di candeggina per renderli inutilizzabili», ha spiegato il deputato socialista Guillaume Garot, ex ministro dell’Agricoltura e promotore della legge. Secondo alcuni calcoli, ogni cittadino francese butta nel bidone della spazzatura 20-30 chili di prodotti alimentari all’anno. Un «crimine» che costa al Paese circa 20 miliardi di euro.

 

 La nuova legge, che prevede tra l’altro anche una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle aziende, fa parte di una serie di misure che puntano a dimezzare gli sprechi entro il 2025. Le aziende della grande distribuzione hanno criticato la nuova legge. «I grandi supermercati sono responsabili solo del 5% degli sprechi ma sono gli unici a dovere seguire questi nuovi obblighi», ha detto Jacques Creyssel, portavoce della Federazione del Commercio e della Distribuzione. «Molti di questi punti vendita inoltre - circa 4.500 - hanno già convenzioni con associazioni caritative».

 

Una legge di tale potata sarebbe ben accolta anche nel nostro paese dove sono sempre di più le persone che vivono sotto la soglia di povertà. «In Italia lo spreco alimentare domestico ovvero il cibo ancora buono che finisce nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi, circa mezzo punto di Pil», ha spiegato Andrea Segré, docente di Politica agraria internazionale all'Università di Bologna e fondatore di «Last Minute Market». «Dall’altra parte l’Istat conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di povertà».

 

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