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audizione alla regione per la riforma delle leggi su parchi e riserve
 
AUDIZIONE ALLA REGIONE PER LA RIFORMA DELLE LEGGI SU PARCHI E RISERVE
audizione alla regione per la riforma delle leggi su parchi e riserve
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FONTE NOTIZIA: Comitato di Protesta e proposta
Attualità, PALERMO

Si è tenuta mercoledì 18 giugno scorso, un'audizione alla quarta commissione legislativa permanente all'Ambiente e territorio della Regione Sicilia, in merito alla riforma delle leggi su Parchi e riserve. 

All'interessante incontro erano presenti, tra gli altri, l'assessore al territorio ed ambiente, Maria Rita  Sgarlata con il dirigente generale del dipartimento dell'assessorato, Gullo; l'onorevole Nino Germanà,  vicepresidente della commissione agricoltura e foreste; i rappresentanti della Cia, la Confederazione 
degli agricoltori; l'avvocato Giunta del sindacato nazionale cacciatori oltre a Pietro Miraglia e Salvatore Lionetto in rappresentanza del Comitato di Protesta e proposta dei cacciatori dei Nebrodi. 

Dopo i saluti il presidente della Commissione Ambiente, onorevole Trizzino ha invitato i presenti a formulare proposte costruttive, da inserire nell'iter per la riforma della legislazione su parchi e riserve siciliane. 

“Invito i componenti della Commissione - ha esordito Pietro Miraglia - a documentarsi bene prima di dare il via libero al ventilato parco dei Peloritani ed all'allargamento del Parco dei Nebrodi”. 
“Il comitato di protesta e proposta - ha sottolineato - in questi anni si è fatto promotore di iniziative, manifestazioni, raccolte firme ed ha denunciato il disagio del mondo venatorio, unico soggetto espulso  dal territorio dei Nebrodi in cui si è voluto istituire un mega-parco di 85 mila ettari che comprende il 
territorio di tre province e continua a creare disagi all'agricoltura ed agli allevatori per i divieti e i vincoli  che impediscono tutte le attività sul territorio”. 
“I paesi che aderiscono al parco – ha poi aggiunto - in questi 21 anni, sono diventati sempre più  spopolati, le campagne sono state abbandonate e la flora e la fauna pregiate sono scomparse e l'intero territorio viene costantemente devastato da un esercito di maiali selvatici e cinghiali”.

L'avvocato Giunta del sindacato nazionale cacciatori ha ribadito “l'esigenza di rivedere la legge sui parchi siciliani e l'avvio di una ricognizione sulle aree occupate da parchi e riserve naturali che, se dovessero risultare non idonee a mantenere i vincoli di protezione, vengano inglobati negli ambiti territoriali di caccia ex articolo 22 della legge regionale 1 del settembre 1997 numero 33”. 


Per il Comitato di Protesta e proposta dei cacciatori dei Nebrodi, Salvatore Lionetto, da sempre uno dei  più attivi sostenitori delle argomentazioni del mondo venatorio, con un intervento appassionato ha sottolineato “che i cacciatori sono nell'attività di tutti i giorni imprenditori, artigiani allevatori, contadini  studenti professionisti e soprattutto liberi pensatori amanti di uno sport sano e che, chi vuole esercitarlo, per essere autorizzato deve possedere tutti i requisiti necessari per il rilascio di un porto d'armi (carichi pendenti e casellario giudiziario ineccepibile). Lionetto ha anche ricordato il non trascurabile aspetto economico legato alla caccia. “Il mondo venatorio – ha affermato - versa annualmente 9 milioni di euro, comprendenti tasse regionali ed assicurazione inoltre l'indotto produce altri 30 milioni di euro. Nessuna 
attività, spontaneamente versa, a costo zero, alla Regione milioni di euro”.

Ha poi concluso lanciando l'allarme “si rischia che l'attività venatoria, in futuro, non si potrà più esercitare per i costi proibitivi, i tanti divieti e di conseguenza la mancanza di territorio cacciabile”.  L'onorevole Nino Germanà nel suo intervento, ha sostenuto “che la Regione prima di prendere  provvedimenti a favore dei Parchi, deve riflettere sulle attuali aree protette che nel passato sono state  gestite con sperpero di denaro pubblico e senza alcuna programmazione. Oggi parlare di istituire nuovi  parchi ed allargare il territorio del Parco dei Nebrodi è pura follia se si pensa che non si riesce  nemmeno ad assicurare lo stipendio al personale del parco. Situazione ancora più complessa in virtù  del fatto che i parchi dovranno autofinanziarsi poiché la Regione non può impegnare fondi a favore di  Enti improduttivi. 

In chiusura è stato chiesto che la Commissione si faccia carico, se ci sono le condizioni, di rivedere i  confini delle aree protette per ridare ai cacciatori il territorio arbitrariamente sottratto. I componenti della Commissione si sono detti favorevoli a recepire suggerimenti e consigli per portare  una riforma in porto che veda partecipi tutte le categorie compresi i cacciatori che hanno un ruolo  importante nell'equilibrio dell'ambiente e la salvaguardia del territorio.
Per il Comitato di Protesta e di proposta dei cacciatori dei Nebrodi
 
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