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a distanza di 4 anni, sfaranda torna a sperare in una vita normale
 
A DISTANZA DI 4 ANNI, SFARANDA TORNA A SPERARE IN UNA VITA NORMALE
a distanza di 4 anni, sfaranda torna a sperare in una vita normale
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FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Attualità, CASTELL'UMBERTO (ME)

Nella popolosa contrada Sfaranda del centro umbertino, colpita pesatamente dal  devastante dissesto idrogeologico che ha colpito il territorio e che ha portato numerose famiglie ad abbandonare le proprie abitazioni, dopo quattro anni si comincia a respirare aria di normalità, come anche sottolineato dal sindaco Lionetto, dopo i lavori di messa in sicurezza, effettuati e quasi ultimati nelle zone, definite R4.

Martedì mattina, a visionare i lavori effettuati c’è stata la presenza del direttore
regionale della protezione civile, Calogero Foti, che assieme al primo cittadino Enzo Lionetto, al suo vice Gaetano Conti Nibali, ed assessori, consiglieri comunali e rappresentanti della locale sezione dei Rangers International, che in passato  ed ancora adesso sono impiegati come aiuto della protezione civile regionale, hanno percorso in lungo e largo il territorio per verificare di persona i lavori sino a qui effettuati. Come si ricorderà tre sono state le  gare che sono state aggiudicate, dove per ognuna c’è stata la partecipazione di quindici ditte di “fiducia” della protezione civile regionale.

Un primo lotto di lavori, sono stati aggiudicati dalla ditta Amata Costruzioni srl di Sant’Agata Militello, per un importo di circa un milione e ottocentoquattromila euro, per il consolidamento che va dall’ex Chiesa SS. Annunziata a salire verso la parte alta della contrada. La seconda gara, invece erà stata aggiudicata dalla ditta Cafir di Santa Domenica Vittoria, per un importo di circa tremilioni e duecentottantaquattromila euro, per il consolidamento a valle della borgata fino ai confini del vicino comune di Tortorici.

La terza gara era andata, invece alla ditta Cardaci di Sinagra, per un importo di circa trecentomila euro per la raccolta della acque nere. Già in passato la stessa ditta sinagrese, aveva già realizzato parte dei lavori di raccolta acque, sempre per lo stesso importo. Una quarta gara di appalto era stata assegnata per la raccolta di acque bianche, (già per questi lavori erano stati spesi circa cinquecentomila euro ndc), e per la sistemazione del torrente Battagliola per un importo che si è aggirato sui quattrocentomila euro, in base all’accordo di programma quadro. Il totale impiegato fino adesso, compreso alcune somme messa a disposizione dall’amministrazione comunale, si quantifica sui circa sette milioni di euro complessivi. Il direttore della protezione civile regionale Foti, ci ha spiegato che dopo il sopralluogo effettuato, si può affermare che le  problematiche, più serie e preoccupanti della contrada, sono state risolte positivamente.

La fase successiva, sarà quella di arrivare finalmente alla quantificazione dei rimborsi da dare a chi ha perduto completamente la propria abitazione ed alla ricostruzione del plesso scolastico abbattuto ed alla zona dove edificare anche la nuova Chiesa,  (dato che quella esistente è stata abbattuta ed al momento per il culto si utilizzano i locali del centro sociale Franco Catena).

In merito alle somme spettanti, per chi non ha più una propria abitazione, c’è da evidenziare  che per tutti i beneficiari, i relativi rimborsi sono state già assegnate da quasi un anno, ma purtroppo, non sono state ancora liquidate, come hanno sottolineato parecchi “sfarandini” sfrattati, che erano presenti durante la riunione che si è tenuta all’interno di uno dei container che ancora tutt’oggi ospitano le classi della scuola materna e della elementare.

Proprio per i locali per la scuola Foti, ha spiegato che “si sta seguendo un percorso assieme all’assessorato all’istruzione per arrivare alla conclusione,
con un progetto redatto dalla stessa protezione civile, presentato dal comune e si spera che in tempi brevi il finanziamento possa avvenire”.

In ordine alla chiesa, ha continuato il direttore regionale, “c’è un problema che dobbiamo risolvere assieme all’assessorato al territorio e ambiente, dato che la zona dove era ubicata, la’ntica chiesa della Madonna S.S Annunziata è stata classificata R4 e quindi ovviamente in questa zona non si possono realizzare in atto altri edifici, bisogna valutare cosa accade sull’intero territorio dopo l’esecuzione di mitigazione del rischio”.

Salvatore Calà

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