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Venerdì 26 Aprile 2024 - Direttore Responsabile Salvatore Calà
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tra regolamenti e telecamere spente nasce lo spunto...
 
TRA REGOLAMENTI E TELECAMERE SPENTE NASCE LO SPUNTO...
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FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Politica, PIRAINO (ME)

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Riceviamo & Pubblichiamo *

 
TRA REGOLAMENTI E TELECAMERE SPENTE NASCE LO SPUNTO PER UN DIBATTITO CHE PORTA LONTANO

Potere e informazione, verità e riservatezza, temerarietà e diritto di critica. Opinionisti e opinione pubblica.

Argomenti sui quali si sono scritti fiumi di parole spesso contrapposti e ondeggianti tra un “sono stato frainteso” e un “ mi hanno teso un'imboscata” . Un bailamme di tutto dove, da una parte si invoca il diritto alla riservatezza e dall'altra quello di cronaca.

L'argomento è così trito e ritrito, che ha tornarci su sembra quasi di “Vagare” su un campo minato. Ma parlarne è sempre necessario per la democrazia, fosse solo per il fatto che, secondo un rapporto dell'organizzazione americana Freedom House sulla libertà di stampa, l'Italia Nel 2004 fu classificata “Parzialmente Libera” a causa dei ”'20 anni di fallita amministrazione politica”.

Oggi purtroppo, si tenta disperatamente di peggiorare quel “parzialmente”. Ovvio che il sogno di tutti, specie di molti politici, è avere un'informazione che, asservita, ne “celebri” le lodi, individuando, come gli antichi menestrelli di corte, il potente di turno. Se così non è c'è la tentazione di usare il bastone e la carota: prebende, minacce velate, pressione, ritorsioni, mezza verità, lo spauracchio del diritto, e, nei casi estremi, la violenza . Al proposito cito un teorema basato su quattro concetti: la “finzione ideologica”, “il diritto”, “la violenza” e “l'informazione”.

La “finzione ideologica” viene usata dal potere per “convincere” il popolo della bontà delle scelte prese. Può essere(potendo non esserci, come canta De Andrè, “poteri buoni”) che il popolo, non più bue, si renda conto che dell'imbroglio. Ecco allora che spunta il diritto che codifica e impone ciò che non è condiviso(lex dura lex).

Questo può ancora non essere sufficiente per , cito sempre De Andre, garantire “ l'ordine costituito”, allora si arriva alla violenza spicciola (leggasi dittatura). E l'informazione che ruolo deve avere?

Forte, un ruolo molto forte, non invasivo, ma duro, perché si pone tra il potere e il cittadino e non può permettersi cedimenti o accondiscendenze. Deve, in ultima analisi, vigilare affinché venga rispettata la sovranità delegata. E per farlo si deve servire liberamente di professionalità, tecnologia, critica, commento o sprone. Deve riempire i vuoti dell'opinione pubblica, porre le domande che la stessa porrebbe.

In sintesi essa dialoga, interagisce, esprime il convincimento comune, sorvola le “pastoie” del diritto e arriva alla gente che è la sola titolata a giudicare, stando ben attenta a non diventare mai mezzo di manipolazione di massa. Insomma il cronista dice oggi ciò che la giustizia potrà riconoscere tra 10 anni. Nessuno può pensare, regolamento o meno, di decidere preventivamente quali mezzi un giornalista deve utilizzare per lavorare. Il cronista risponde alla legge e se se sbaglia paga. Ciò ché è pubblico è interamente pubblico.

E' una regola “di bon ton”. L'intervistato non può vietare al cronista l'uso del registratore. E' suo diritto non rispondere. Le riprese possono non essere obbligatorie ma questo è meglio che lo decide l'addetto ai lavori. In quanto alla norme ce ne sono ben più “cogenti”di quelle regolamentari, ne si può ritenere violato alcun diritto in via preventiva.

La ratio della legge 16/63 non si presta a distorsioni interpretative. A che serve buttare il bambino pensando che l'acqua potrebbe sporcarsi. Se succede si butta solo quest'ultima. Perché avete sparato sui Corechi... che male avevano fatto?

Con voi è venuto “a mancare”pure il rappresentante del Ministero dell'interno. Non ci sono più i segretari di una volta che, con i sindaci, se qualcosa non andava usavano penna e calmaio. Non sempre l'autonomia è una bella cosa. La nostra è una democrazia giovane e come tale tanto bisognosa di informazione.

 

Enzo Caputo
Corrispondente Giornale di Sicilia

 

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