Lucciole che pullulano indisturbate fra viali e vialetti, un viavai di “appassionati” di scappatelle, e lamentele continue di chi non accetta più movimenti – e abbigliamenti – sospetti per le strade. Da tempo se ne parla, anche perchè in Sicilia gli episodi non si contano più solo sulle dita di una mano: Caltanissetta è stato l’ultimo esempio, ma Palermo, Catania o Ragusa non sono più soltanto eccezioni.

La prostituzione è una piaga non da poco, e così è per i tanti cittadini che, di giorno in giorno, alzano la voce contro le istituzioni, perchè si dia uno “stop” definitivo alla “libertà” per le strade.  E adesso, per risolvere la questione, c’è chi ha fatto un passo avanti. Mettendosi d’impegno per arrivare al bersaglio grosso: quello di indire il referendum per l’abolizione della Legge Merlin

“Volete voi che sia abrogata interamente la legge 20 febbraio 1958, n. 75, intitolata Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui?”, è il quesito referendario presentato in Cassazione e pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale per l’abrogazione della cosiddetta ‘Legge Merlin’. L’idea è partita da Angelo Alessandri e Matteo Iotti di Progetto Reggio e Luca Vezzani del Pdl, che hanno depositato il quesito, ricordano che a settembre partirà la raccolta delle 500.000 firme necessarie per depositare nuovamente presso la Corte di Cassazione la richiesta di indizione del referendum.

“Una proposta referendaria che è anche una battaglia di civiltà – sottolineano i proponenti- che cerca di affrontare il tema della prostituzione ed i problemi ad essa inerenti in modo concreto. La riapertura delle ‘case chiuse’ e la loro regolamentazione permette innanzitutto di stroncare il raket della tratta di queste ragazze, evitando forme di schiavitù, e facendo in modo che anche le prostitute possano godere di diritti. In questo modo “papponi” e “magnaccia” perderanno il loro lavoro e la possibilita’ di vessare le ragazze sotto la loro protezione”.