Nella contrada di Sant’Ignazio si è vissuta una giornata di grande festa per il centenario di Luigi Manfrè, nato nel 1925. Luigi, che ha perso la moglie alcuni anni fa, è padre di tre figli: Salvatore, Nino e Antonella. L’evento è stato organizzato dall’associazione Valle dei Lumi, con alla guida Pippo Spanò, e ha visto la partecipazione di tanti amici e parenti, oltre ai familiari.

Durante la cerimonia, nei locali dell’associazione di Sant’Ignazio, si è svolta la benedizione di padre Antonio Mancuso e sono arrivati gli auguri ufficiali dell’amministrazione comunale di Piraino, rappresentata dal sindaco Salvatore Cipriano e dai suoi assessori, che hanno anche donato una targhetta in ceramica per ricordare questa ricorrenza speciale. È stato presente anche la vicina amministrazione di Gioiosa Marea, guidata dalla sindaca Giusi La Galia, che ha portato il suo saluto e un omaggio al nonnino pirainese.

A fare gli onori della contrada Sant’Ignazio oltre a Luigi, c’era anche Vincenzo Amato, assessore di Gioiosa Marea e vicino di casa del festeggiato, che ha scritto un pensiero dedicato a Luigi in occasione di questa importante tappa di vita.

Cento anni di vita rappresentano un secolo di storia, lavoro e valori autentici. Oggi, la comunità di Sant’Ignazio si unisce con affetto e gratitudine per celebrare il centenario di Luigi Manfrè, uno dei cittadini più amati e stimati del paese.

Nato e cresciuto nel cuore del paese, Luigi Manfré è un uomo d’altri tempi, falegname di straordinaria abilità e artigiano dall’anima nobile, ma soprattutto una persona affabile e generosa, conosciuta e benvoluta da tutti per la sua gentilezza, la sua disponibilità e il suo sorriso mai venuto meno.

“Luigi – scrive Vincenzo Amato, amico di lunga data – è stato per me più di un vicino di casa. È probabilmente tra le prime persone che ho visto nella mia vita, dopo i miei familiari. Da bambino la sua bottega era per me un luogo magico, una seconda casa.”

Quella bottega, dove Luigi trasformava con maestria il legno grezzo in mobili raffinati e vere opere d’arte, non era solo un laboratorio: era un punto di ritrovo per amici, vicini, passanti. Sotto il pergolato, davanti alla porta, si chiacchierava, si condividevano storie, si viveva la comunità. E Luigi era l’anima discreta e accogliente di quei momenti, sempre pronto a offrire una parola gentile o un gesto premuroso.

“Ricordo – continua Amato – come mi lasciasse giocare con gli scarti di legno, come mettesse a mia disposizione i suoi attrezzi, sopportandomi con una pazienza infinita, nonostante fossi un bambino molto vivace. Ma lui non alzava mai la voce, non mostrava mai rabbia. Era semplicemente buono.”

Oggi Luigi è ancora lucido, attivo, e conserva quel garbo e quella gentilezza che l’hanno reso un esempio per tutti. Una vita spesa nel silenzioso servizio alla famiglia, al lavoro, al bene della comunità. Un uomo che ha attraversato il secolo con discrezione e dignità, incarnando valori oggi sempre più rari.

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