Innovare, andare avanti per tornare indietro, o meglio riprendere quello che c’era di buono un tempo nella scuola Italiana.
L’istituto Comprensivo di Brolo risuona di nuovo, come un grande pianoforte, il regolamento dell’autonomia scolastica, quel magnifico strumento normativo approvato l’otto marzo del 1999, ormai 23 anni fa, per reintrodurre lo studio del latino nella scuola secondaria di primo grado.
Se approvato dagli organi collegiali, dal prossimo anno scolastico, gli studenti della scuola media (cosi si chiamava un tempo) troveranno nel loro piano di studi una nuova materia, il Latino, con tanto di libro di testo e docente specializzato che svolgerà le lezioni in classe o meglio ancora, tempo permettendo, all’aperto, attuando pienamente quell’Outdoor Learning di cui siamo pionieri.
Ritornando indietro nel tempo, scopriamo che lo studio del latino nella scuola media era stato abolito a partire dall’anno scolastico 1977/78, a seguito dell’approvazione della Legge n. 348 del 16 giugno1977.
Paradossalmente, fu quella stessa legge che abolì la differenza di genere nella disciplina educazione tecnica, iniziando quel processo d’impoverimento di quest’ultima che allora, con il making e la didattica laboratoriale, preparava i ragazzi e le ragazze a svolgere tanti utilissimi lavori pratici quotidiani, di cui oggi si sente la mancanza.
Tornando al latino, dal punto di vista metodologico esso non è soltanto una lingua antica, ma è soprattutto un esercizio del pensiero, alla pari della matematica e degli scacchi, in quanto impone un suo metodo specifico, fondato sull’ordine, la costanza e la logica.
Il suo studio è indispensabile per l’apprendimento ottimale della lingua italiana, in quanto quest’ultima affonda in esso le sue radici.
Inoltre, lo studio di questa lingua classica, è uno dei modi migliori per potenziare le abilità di scrittura e di lettura degli studenti, ma diventa anche elemento indispensabile per lo studio delle discipline STEAM, basti pensare ai numerosi nomi in latino della classificazione delle specie animali e vegetali, ma anche nello studio del diritto che affonda le sue origini nel periodo Romano.
Lo studio del latino inoltre sviluppa negli studenti il pensiero critico, per citare un anglicismo il tanto di moda critical thinking, che costituisce una delle life skills indispensabili per il successo formativo di domani.
Studiare il latino quindi fa parte dell’innovazione della didattica, in quanto lo studio di questa disciplina è funzionale non soltanto al perfezionamento della comunicazione nella lingua italiana, ma anche all’affinamento delle life skills, competenze interpersonali, sociali e di cittadinanza, fondamentali per il percorso di crescita dei nostri studenti.
E se nella scuola secondaria di primo grado il ritorno del latino e l’avvio delle lezioni in CLIL in lingua Siciliana segna l’innovazione che avrà maggior peso il prossimo anno, con il tempo prolungato di 40 ore e l’inglese potenziato, nella scuola primaria arriveranno i docenti di scienze motorie e noi, al Comprensivo di Brolo, scuola ad indirizzo sportivo nazionale, innalzeremo a due ore lo studio di questa disciplina, in tutte le classi.
I nostri bambini potranno finalmente utilizzare i nostri impianti sportivi potenziati, sui quali stiamo ancora lavorando per renderli sempre più belli, efficienti e moderni.
Ancora avanti quindi, mentre sono stati completati gli acquisti per i monitor touch screen che sostituiranno le vecchie lavagne, da noi la parola d’ordine è la tecnologia inGlass che consente di scrivere sul monitor come se fosse un foglio di carta, il meglio che oggi offre il mercato che da noi prenderà forma con i monitor Samsung Flip2, dotati anche di dispositivo di rotazione.
Completati anche gli acquisti dei laboratori mobili di scienze con i loro kit per studiare la chimica, la biologia, la fisica e i loro fantastici microscopi digitali.
Bruno Lorenzo Castrovinci