“Un momento molto partecipato – ha detto il sindaco Irene Ricciardello che ha promosso l’iniziativa – presenti, con le autorità, tanti cittadini e bambini. Per i nostri Scout, nella loro prima uscita di rappresentanza, un atto non solo simbolico ma anche di conoscenza di un pezzo di storia brolese che ha visto ventuno giovani brolesi immolarsi per la Patria”.
Ieri davanti al Monumento dedicato ai Caduti della Grande Guerra, a Brolo erano in tanti. Subito dopo la messa domenicale, celebrata dal parroco Don Enzo Caruso, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, presente il luogotenente comandante della locale stazione Maurio Mastrosimone e della Polizia Municipale con il comandante Damiano Passarelli, hanno deposto la corona di allora, omaggiando così, nel centenario della fine della Grande Guerra e della Vittoria, il monumento che ricorda il sacrificio anche dei ventuno brolesi che si immolarono tra le trincee carsiche e la linea del Piave per l’Italia.
Il sindaco, Irene Ricciardello, che ha voluto vicini i giovani Scout brolesi, nella loro prima uscita ufficiale, ha ringraziato i Carabinieri, in rappresentanza della Forze Armate,m per il lavoro quotidiano che svolgono per la sicurezza dei Cittadini, alla stessa stregua ha fatto per la locale Polizia Municipale, poi parlando ai più giovani, ha “raccontato” come quei giovani brolesi, che diedero la vita per l’Italia, ed alcuni non avevano mai attraversato lo stretto di Messina, si sentivano italiani ed hanno saputo sacrificare loro stessi per la difesa dell’identità nazionale e dei confini.
La I° Guerra mondiale è stato un momento fondativo, – ha detto il sindaco – il primo in cui gli italiani, chiamati a uno sforzo immenso, hanno preso coscienza di essere un popolo. E’ a quello spirito ha evidenziato il sindaco brolese Irene Ricciardello bisogna collegare l’essenza che anima la giornata del 4 novembre che non deve essere solo la commemorazione della “Vittoria”.
Quindi non solo una “Festa”, perchè costata troppi morti, troppi sacrifici, dove a perder la vita non era soltanto uomini in divisa, ma anche genti che di stenti, sotto i gas, di fame e freddo, subirono quel conflitto – 700mila soldati e 600mila civili i caduti nella I° Guerra Mondiale – ma un momento celebrativo che diventa il simbolo di un Popolo che non si arrende, che non ha mai mollato anche dopo Caporetto.
Insieme al Sindaco, ai Carabinieri, alla Polizia Municipale, gli Scout guidata da padre Enzo Caruso, che ha benedetto il Monumento,ai Cittadini c’erano altre compomnenti della società civile e la dirigente del locale istituto comprensivo.
Il sindaco alla fine della manifestazione ha voluto esternare la vicinanza di tutta l’amministrazione comunale alle vittime dall’esondazione del Milicia ed ai morti di Vicari e Cammarata.