La nota del Sindaco Ricciardello di qualche giorno addietro sul provvedimento adottato dalla Cassazione in relazione alle esigenze cautelari per il padre, ci vede costretti a fare qualche puntualizzazione.
Abbiamo più volte precisato – e lo ribadiamo ancora oggi – come essere indagati non significhi affatto essere colpevoli. Prendiamo atto, allora, come la Cassazione abbia ritenuto insussistenti i presupposti per la custodia cautelare.
Ma dopo questo provvedimento, quella stessa Impresa di cui lei oggi è legale rappresentante, rimane ancora al centro della inchiesta Dama Nera ed a suo padre continuano ad essere contestati reati contro la pubblica amministrazione quali corruzione e turbativa d’asta?
Perché allora attaccare chi ha legittimamente reclamato le sue dimissioni da primo cittadino se Lei ha basato la sua campagna elettorale sulla vicenda giudiziaria dei mutui fantasma; se è stata Lei a definire il suo gruppo come il “cambio radicale”; se è stata Lei a rivendicare il sostegno alla sua candidatura dell’Impresa di famiglia; se è stata Lei a definirsi capo dell’Impresa edile fondata dal padre.
Ci rendiamo conto che i disastri amministrativi e le vicende giudiziarie di particolare gravità che direttamente o indirettamente hanno interessato componenti dell’amministrazione la portano a cavalcare provvedimenti giudiziari non definitivi per provare a riaccreditare il suo percorso presso i cittadini di Brolo.
Ricordiamo le sue affermazioni in tema di legittimità del dissesto per il mancato accoglimento della sospensiva del Tar o, ancora, le esternazioni circa la legittimità dell’atto di trasferimento in occasione di una pronuncia nella fase sommaria del ricorso di una dipendente comunale.
Non sarebbe più opportuno e più serio evitare comunicati stampa sui provvedimenti giudiziari quando non affrontano il merito delle vicende sottoposte al loro esame ed attendere con… “fiducia nella giustizia” i provvedimenti definitivi?
E se l’utilizzo delle “questioni” giudiziarie in corso appare “avventato”, il tema dell’amore appare oggettivamente incoerente con quanto sin qui praticato.
Ci pare di ricordare come sia stato un suo comunicato dell’anno scorso ad invitare al suicidio il gruppo di minoranza. Se non abbiamo inteso male è stato il profilo facebook istituzionale del Comune di Brolo la sera in cui si è tenuta l’udienza preliminare dell’inchiesta “mutui” a spargere sale su un paese gravemente scosso utilizzando le parole: volare oh oh.. cantare oh oh oh.
Sono solo due esempi di chi ha coltivato odio in questi due anni. Non sono stati certo quei cittadini che hanno inteso manifestare il loro dissenso politico sulla sua incoerente volontà di continuare a proporsi come guida del paese.
Però fa ancora in tempo a dimettersi. Non ripagherebbe il Paese di tanti danni amministrativi, ma recupererebbe forse coerenza personale.
Lo faccia anche per… “amore” del Paese. Perché prima o poi l’amore… vince sempre sull’odio.
Gruppo Consiliare di Minoranza
Per Brolo