Si è concluso con un successo al di la di ogni aspettativa
la prima edizione del premio letterario “Il Murgo Gioiosano”, promosso
dal nostro circolo, patrocinato dal Comune di Gioiosa Marea e
sponsorizzato dalle Cantine Amato, nota azienda locale di produzione vinicola. Tantissimi
gli autori che hanno partecipato, sia per la sezione prosa che per
quella della poesia, con opere, secondo l’unanime valutazione della
giuria, tutte di elevata qualità.
Le
opere finaliste sono state quattro per la poesia e tre per la prosa. La
cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 4 novembre presso
l’auditorium Franco Bora di Gioiosa Marea con la presenza di un foltissimo pubblico, inusuale per manifestazioni del genere.
I componenti della giuria erano di altissimo livello culturale. Ne facevano parte l’editore Ottavio Navarra, i giornalisti Valerio Barghini del Giornale di Milano e Francesca Mari del Mattino di Napoli, i registi Italo
Zeus e Simone Nardini, l’avv. Vincenzo Amato. La cerimonia è stata
introdotta dalla professoressa Rosalia Perlungo, autrice Gioisona e
studiosa delle tradizioni locali la quale ha fatto un excursus storico
sulla nascita della maschera del Murgo alla quale era ispirato il premio
e sul suo radicamento nella comunità gioiosana fino a diventarne una
delle componenti della sua identità, dando quindi lettura di una poesia sul Murgo da lei composta.
A seguire sono stati letti spezzoni
delle opere finaliste, accompagnante da un bel sottofondo musicale. Il
tutto inframmezzato da un apprezzato intervento musicale di Vittorio
Ocera che da tempo si dedica a musicare opere letterarie e nel frangente
ha eseguito il Cantico delle Creature di S. Francesco di Assisi e la poesia La Torri di Ciauli della poetessa Giardineri di Galati Mamertino.
Infine, è stata data lettura di
alcuni brani di opere fuori concorso che in base al regolamento non
potevano partecipare alle selezioni, ma anche queste di ottima qualità.
Il premio per la sezione poesia è stato assegnato a Linda Truglio con
l’opera “Non Morire”. Per la sezione prosa, invece, è stata premiata
l’opera “Spazio Silenzioso” di Rosanna Accordino. Sempre per la sezione
prosa la giuria ha inoltre disposto una menzione speciale per l’opera di
Davide Lena “Storia delle mie Colline” e per “Anet” di Linda Truglio.
Entusiasta il pubblico presente e secondo il giudizio di moltissime persone, anche qualificate, si è trattato di un evento dall’altissimo spessore culturale.
Il nostro circolo si è costituito da pochi mesi e si prefigge l’obiettivo di organizzare iniziative, eventi e momenti di
socializzazione che partano dalla cultura per dare un contributo alla
crescita dalla comunità ed il premio letterario è stata una delle prime
iniziative
che abbiamo organizzato e, visto il successo, intendiamo farlo
diventare un appuntamento fisso nell’ambito di una più vasta rete di
iniziative culturali aperto alla collaborazione di tutti coloro i quali vorranno dare il loro apporto ed i loro suggerimenti per migliorarlo e renderlo più prestigioso.
Abbiamo voluto scommettere su un’iniziativa inedita nel panorama Gioiosano tra la diffidenza e lo scetticismo di molti che si ostinato
a ritenere che a Gioiosa via sia poco spazio per la cultura perché
prevale l’effimero, la mondanità fine a se stessa una sorta di
assopimento irredimibile. Il successo della manifestazione dimostra il
contrario: basta innescare gli stimoli giusti, avere il coraggio di scommettere su progetti e visioni di ampio respiro e la riposte arrivano ed anzi possono innescare, come ci auguriamo, una contaminazione positiva
e virtuosa fino a determinare una sorta di rinascimento gioiosano di
cui la comunità ha tanto bisogno e di cui la cultura può essere
l’elemento trainante.
Il premio letterario è stata una scommessa audace anche perché legato ad una figura carnascialesca ed in tanti avrebbe
potuto ingenerare la convinzione che si sarebbe potuto trattare della
solita carnevalata. Ma il riscontro ed il successo dell’iniziativa
dimostra che anche partendo da cose leggere e goliardiche si può fare
cultura.
Lo spirito goliardico dei Gioiosani, di cui ormai il Murgo costituisce il simbolo, è una componente fondamentale dell’identità della comunità. Componente che va preservata, arricchita e valorizzata smentendo lo stereotipo
secondo cui non si può andare oltre il carnevale. Invece la
valorizzazione del simbolo, sia da punto di vista enogastronomico, come è
stato fatto in questi anni con grande successo e da ultimo con il premio letterario, dimostra che si possono fare grandi cose anche partendo da tematiche apparentemente leggere ed il simbolo del Murgo può rappresentare una componente “alta” della cultura e dell’identità
della nostra comunità da spendere efficacemente. Basta essere
consapevoli che c’è il tempo per ogni cosa ed ogni cosa a suo tempo:
allegri e goliardici o impegnati e seri a secondo delle circostanze: un eclettismo che fa grande una comunità. Questa è la nostra scommessa che contiamo di vincere con tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore le sorti del nostro territorio.
Cimentarsi con la cultura, soprattutto nelle piccole comunità, non è facile, ma noi accettiamo la sfida. Siamo consapevoli dei nostri limiti. Non ci sentiamo né intellettuali, né sacerdoti del sapere e siamo consapevoli di esporci anche alle critiche di tante persone che, a torto o ragione, si sentono più preparate di noi. Le accetteremo ben volentieri e ne faremo tesoro perché non ci riteniamo superiori a nessuno e siamo disposti da imparare da tutti ed abbiamo il massimo rispetto per chiunque.
Intendiamo agire per sradicare dalla nostra comunità ogni forma di
pregiudizio, ovvero quelle opinioni frutto di posizioni preconcette che
prescindono dal merito delle questioni
di cui si discute. Tale modo di agire è deleterio perché impedisce ad
una società di crescere; perché le relazioni sociali si risolvono in
sterili veti incrociati fine a se stessi, non si riescono a cogliere le ragioni valide delle iniziative e delle proposte di chi la pensa diversamente. Viceversa una società cresce, progredisce e va avanti quando le idee, le proposte, i progetti vengono valutati per quelli che sono, indipendentemente da chi la propone. Se non si condividono è giusto criticarli aspramente, ma nel merito. Mentre se sono validi è giusto che vengano condivisi e sostenuti da tutti. Le società dinamiche ragionano con questa mentalità.
In altre parole, occorre includere, anziché escludere.
Questi sono alcuni dei nostri obiettivi, ma non abbiamo certamente la pretesa di raggiungerli da sole. Siamo consapevoli dei nostri limiti,
delle nostre capacità e, perché no, anche della nostra “ignoranza”. Noi
vogliamo gettare solo un piccolo seme che con il contributo di tantissimi
altri possa far crescere un albero rigoglioso. Noi vogliamo solo essere
noi stesse, ognuna con le proprie sensibilità il proprio bagaglio di
esperienza e di conoscenza e ci prefiggiamo di creare occasioni per
interagire e discutere con tutti coloro
i quali sono disponibili, per arricchirci reciprocamente, avendo il
massimo rispetto della personalità di ognuno e chiunque volesse unirsi a
noi è bene accetta.
Insomma, vogliamo partire
dalla conoscenza di noi stesse per migliorarci e contribuire a
migliorare la nostra comunità, perché una comunità è vitale, armonica ed
ordinata quando ognuno è in grado di conoscere se stesso attraverso gli
altri e gli altri attraverso se stesso.
L’associazione H2Donna-Donne in Circolo