Q-MAGAZINE - A SANT’AGATA DI MILITELLO L’INCONTRO-DIBATTITO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
DATA NOTIZIA: 01/12/2025 - FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
 
“Intelligenza artificiale e sicurezza: binomio possibile?” è stato il tema dell’interessante incontro-dibattito, organizzato dagli uffici diocesani delle Comunicazioni Sociali,  dell’Insegnamento della Religione Cattolica,  della Pastorale Giovanile e della Catechesi,  che si è tenuto nel “Palauxilium” di Sant’Agata Militello.

Dopo il saluto iniziale di Nicola Arrigo e di don Antonio Di Bella,  rispettivamente direttore dell’ufficio delle Comunicazioni Sociali e dell’Insegnamento della Religione Cattolica,  la professoressa Maria Maisano,  docente dell’Università di Messina,  si è soffermata sull’intelligenza umana “da cui bisogna sempre partire”, ponendo l’attenzione su quanto avviene nella nostra mente “dove l’interazione tra reti nervose permette di prendere decisioni,  fare scelte, esprimere la nostra volontà,  capire ciò che è bene e ciò che è male”. Quindi, il “passaggio” sull’IA “che va addestrata. Il concetto di sicurezza,  infatti,  è sempre legato a come il sistema è istruito. 

La macchina non è intelligente,  non ha la capacità di discernimento: quella resta prerogativa dell’uomo”. La professoressa Maisano ha esortato I presenti ad “essere motivatori delle giovani menti, da plasmare educando allo studio, all’autonomia,  al bello, a fare affidamento sulle proprie conoscenze e competenze”. Don Arturo Grasso,  direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cesi,  ha subito evidenziato come “l’IA sia dentro la quotidianità, per cui è necessario formarci. Una rivoluzione che porta progressi e attese,  ma anche interrogativi profondi. Come diceva Papa Francesco l’IA è uno strumento affascinante e tremendo”.

“E’ necessario governare la tecnologia – ha proseguito – e non farci governare; nulla è statico,  tutto è in perenne cambiamento,  per cui non bisogna avere paura di fronte a tale cambiamento,  perché altrimenti siamo già sconfitti. Non c’è solo l’identità digitale ma anche la dignità digitale”.

”L’uomo – ha rimarcato – crea la macchina,  non la macchina l’uomo, perché solo l’uomo ha un cuore ed anche l’IA può essere utilizzata per tendere al bene, perché cosa accadrà quando gli algoritmi ci conosceranno meglio di quanto noi conosciamo noi stessi?”

“L’IA- ha concluso don Arturo Grasso- non può avere una responsabilità morale,  che resta dell’uomo, e la tecnologia è un grande dono se resta a servizio della persona. Papa Leone sottolinea che la tecnologia senza amore diventa potere, con l’amore diventa servizio”.

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