Sgomento ed
incredulità ieri pomeriggio presso il salone della Chiesa “Gesù Buon
Pastore” di Gioiosa Marea. Intorno alle 16,00 , una signora che stava
per pulire la sala che dovrebbe ospitare i bambini per l’imminente
colonia estiva, ha ritrovato dei chiari segni inequivocabili di un vero e
proprio rito satanico.
Secondo una prima e sommaria ricostruzione, delle persone sarebbero
entrate tra la notte di martedì 11 e mercoledì 12 giugno, sfondando una
delle porte in adiacenti il campetto di calcio di piazza Claudio
Villa.
Esattamente prima rompendo un pezzo di vetro e poi utilizzando un
bastone o il manico di una triciclo per bambini ritrovata sul posto,
avrebbero fatto leva dall’esterno sul maniglione antipanico, aprendo
facilmente l’uscita di emergenza.
Una volta entrati dentro il salone, del tutto indisturbati, hanno
preparato un vero e proprio “altarino del diavolo” utilizzando e
infierendo contro l’inerme crocifisso appeso al centro della sala,
posizionandolo sottosopra.
Sul posto sono state ritrovate diverse
croci realizzate con dei bastoni, un foglietto di un giornale
ecclesiastico con l’immagine della Madonna bruciata, e una foto di tre
preti con i volti ed il corpo sfregiati simbolicamente con dei chiodi ed
un taglierino.
Inoltre su un tavolo sono stati incisi
dei chiari riferimenti alla simbologia satanica, ossia il numero 6
ripetuto per tre volte, una croce sottosopra ed un’altra a forma di
svastica nazzista. Presenti incisi sul tavolo anche dei simboli fallici.
Intorno al Cristo, sono state posizionati 3 bicchieri ricolmi di
sabbia, che molto probabilmente hanno ospitato delle candele che pero’
non sono state ritrovate sul posto. La croce è stata sporcata con della
vernice, della cera, e presa di mira con dei chiodi.
Non è la prima volta che la Chiesa del
Buon Pastore viene presa di mira, ma mai si era arrivato a tanto:
infatti mese fa, in ricorrenza del Santo Natale, i soliti ignoti erano
riusciti ad entrare dentro la Chiesa mettendo a soqquadro l’altare e le
statue del presepe presenti. Curiosa coincidenza, ma non di secondaria
importanza, il ritrovamento qualche giorno fa di una spina elettrica
volutamente messa in corto circuito per evitare che si potesse accendere
la luce nel salone stesso. Praticamente in una presa secondaria, ben
nascosta da un frigorifero, era stata inserita una spina da “abat jour”
con i fili della luce sfilettati ed arrotolati tra loro, per mettere in
corto circuito l’intero sistema.
Da segnalare altri due strani
ritrovamenti nel salone: una rudimentale pistola, costruita con un tubo
inserito nell’anima di un rotolo di carta igienica, e in un lavandino
del bagno un termometro rotto. Sul posto sono intervenuti immediatamente
i carabinieri coordinati dal Comandante della Stazione locale
Maresciallo Santo Fazio, che stanno esaminando minuziosamente il luogo
per trovare eventuali prove, con l’ausilio dei colleghi del Reparto
Investigazioni Scientifiche, senza tralasciare alcuna eventualità.
Preoccupazione anche tra i residenti della zona della marina che, pur
non essendosi accorti di strani movimenti o rumori sospetti, non
riescono a spiegare un gesto così destabilizzante.
Sembrerebbe un caso isolato per la
nostra cittadina, ma forse non è così: infatti episodi simili sono stati
segnalati in un’abitazione da tempo abbandonata, e situata proprio al
centro del paese, ed esattamente la palazzina decadente in fondo a
piazza Mazzini, che fa da scenario alle commedie teatrali estive, a due
passi dalla Chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari. La casa,
malandata ed in pessime condizioni da tantissimi anni, sembrerebbe sia
stata utilizzata in passato o da improvvisate sedute spiritiche oppure
da veri e proprie messe sataniche.
Sembra la sceneggiatura di un film, ma la realtà è che le sette
sataniche si riuniscono veramente, anche in Sicilia e purtroppo anche a
Gioiosa Marea. Fanno di tutto per passare inosservate e ci riescono
molto bene. Sono abilissime nel reclutare i giovanissimi grazie alle
bande sataniche e ai siti web dedicati all’esoterismo, che sono ormai
molteplici, quasi alla luce del sole. Quest’anno gli uffici palermitani
del “Gruppo ricerca e informazione sulle sette” hanno raccolto una
cinquantina di telefonate (al numero 091-6162442), ma solo una piccola
parte delle segnalazioni riguardava casi di satanismo. Le varie
associazione antisatanismo, nate con l’intento di combattere il
fenomeno, spiegano che il culto del demone è diffuso in molte parti
della Sicilia.
Padre Vincenzo Nuara, il sacerdote
responsabile per la Sicilia del Gruppo ricerca e informazione sulle
sette (Gris), ha spiegato più volte che le sette sataniche hanno il loro
punto di riferimento nella zona di Cefalù. La rocca palermitana viene
considerata un luogo di adorazione internazionale da quando Aleister
Crowley fondò l’abbazia di Thelema, nel 1920. Alcuni anni fa furono
ritrovate tracce di riti satanici dentro una cappella sconsacrata in
cima alla rocca e il Comune decise di sigillare l’ingresso con una
grata. Un tempo riguardava i ceti medio-bassi, mentre adesso coinvolge
anche professionisti insospettabili. Prende piede tra i giovani, perché
le sette hanno adeguato le proprie strategie e adesso hanno siti web con
i loro manuali e bacheche virtuali dove gli appassionati di satanismo
si danno appuntamento.
Altri spiegano il fenomeno con una componente psicologica che confina
con la follia e con la perversione sessuale, ma anche una componente
antireligiosa e anticristiana di odio contro Dio e contro Cristo.
Chi fa parte di una setta non ama farsi
conoscere e si nasconde agli occhi dell’opinione pubblica. La
legislazione in questo momento è permissiva e i fedeli di Satana non
vogliono rischiare di compromettere la situazione attirando l’attenzione
del legislatore. Fra i satanisti siciliani prevale la logica dei
piccoli numeri. “Sono organizzati in gruppi piccoli facilmente gestibili
dai leader. Si spostano sul territorio, si disperdono all’occorrenza e
poi si ricompattano nuovamente quando il pericolo è passato – dice padre
Nuara -. Gli adepti vengono reclutati con un sistema a catena basato su
vari livelli di iniziazione. La maggior parte della gente che è entrata
in una setta non ha mai saputo di averne fatto parte. E quando l’ha
capito è stato grazie ad altri membri, ma era già troppo tardi. Perché
la sette non tollera i fuoriusciti e li perseguita minacciando di fare
del male ai familiari, di rivelare particolari osceni e di diffondere
fotografie compromettenti scattate durante le cerimonie”. E questo
consente a chi ne fa parte di mimetizzarsi e proseguire indisturbato la
propria attività.