In terra di Gomorra spesso stare da una parte è un giuramento da
ripetere ogni giorno. Lo sa bene il sindaco di Parete, Raffaele Vitale,
31 anni, del Partito Democratico. Per lui non sono stati giorni facili
dopo il gesto forte di sfilarsi la fascia tricolore, quando la
processione in onore della protettrice di Parete, Maria Santissima della
Rotonda, stava svoltando in una stradina, fermandosi davanti
all’abitazione di un ammalato, parente del boss Bidgonetti.
E ora il primo cittadino accusa: «I vertici provinciali del mio partito
mi hanno lasciato solo, mentre sui social network, attraverso profili
falsi, c’è chi mi invita a vergognarmi e dimettermi per salvare la
faccia o addirittura qualche consigliere comunale di opposizione mi
definisce un finto perbenista».
Lo Stato invece gli ha già testimoniato solidarietà: il prefetto di
Caserta, Carmela Pagano, l’ha invitato mercoledì scorso a partecipare al
comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica,
complimentandosi per un atto, «che vale più di cento convegni sulla
legalità». E il prefetto andrà a Parete, molto probabilmente a maggio,
per far sentire la vicinanza ai cittadini, in occasione
dell’inaugurazione di una mostra sulle vittime di camorra, che sarà
ospitata nella villetta confiscata proprio al clan Bidognetti.
«Il mio gesto - racconta - era doveroso per dare un messaggio chiaro
alla comunità. Ho voluto dire che qui ci sono istituzioni che lottano
per smantellare questo substrato culturale che vede ancora un fascino
nella camorra. Nulla contro la carità cristiana, ma «no» a messaggi che
possono essere letti come sudditanza». Ma la camorra in città è ancora
forte?
«Forze dell’ordine e polizia hanno fatto tanto qui, ma esiste ancora il
fenomeno estorsivo - sottolinea - Cantieri edili e negozi sono stati
presi di mira anche la scorsa Pasqua. E poi la droga è l’altro business.
Ora tocca alle istituzioni fare la propria parte e togliere terreno a
un modo di pensare alla criminalità con assuefazione, rassegnazione o
peggio come alternativa».