Si celebra oggi la Giornata Mondiale della libertà di stampa
(World Press Freedom Day). Una giornata per ricordarne l'importanza e
per condannare tutti quei Paesi che ancora non garantiscono ai propri
giornalisti d'esprimere liberamente le proprie idee.
In questa giornata il pensiero va all'inviato italiano della Stampa, Domenico Quirico, scomparso in Siria da tre settimane e di non cui si hanno più notizie.
Era lì per fare il suo lavoro e vedere in prima persona, per
raccontarlo al mondo, cosa accade in quel Paese, con quella
professionalità che ha sempre contraddistinto i suoi articoli, scritti
con obiettività e senza faziosità.
E per questa giornata la FNSI ha chiesto a tutti i giornali di apporre un fiocco giallo: "Iniziativa
straordinaria per il rispetto del lavoro dei giornalisti, per Domenico
Quirico e tutti i giornalisti impediti di comunicare o fermati nei
luoghi di guerra".
Usigrai ha invitato tutti a stringersi intorno alla
famiglia di Quirico e alla redazione della Stampa con un gesto
simbolico: scegliendo per un giorno il nastro giallo come foto del
proprio profilo Facebook e Twitter.
Oggi a Perugia, alla manifestazione promossa dall’Unione Nazionale Cronisti Italiani (Unci),
insieme con FNSI e ODG, il sindacato unitario dei giornalisti ha
proposto un appello straordinario per il ritorno alla piena libertà di
movimento e di parola di Quirico.
Con la giornata di oggi, nel celebrare il 20° anniversario dell’Unesco per la libertà di Stampa, la FNSI intende mettere a fuoco l’implementazione dei piani di azione per la sicurezza dei giornalisti
nel mondo e la lotta contro l’impunità: gli attacchi e le violenze
contro i media e i giornalisti, intaccando l’informazione quale bene
pubblico primario per l’affermazione dei diritti dei cittadini e la
formazione libera delle opinioni pubbliche, sono da considerare crimini contro l’umanità.
E' con questo spirito che vent'anni fa venne istituita la Giornata Mondiale per la libertà di Stampa, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite
nel 1993, finalizzata a tutelare e promuovere i principi della libertà
di opinione ed espressione nonché il diritto di ogni individuo di
ricevere e diffondere informazioni e idee e, a sua volta, di fruirne.
Diritti peraltro già sanciti dall'articolo 19 della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo e dall'articolo 10 della Convenzione
Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà
Fondamentali.
La libertà di espressione non è ancora garantita. E' questo l’appello a un maggiore impegno da parte di Ban Ki-moon.
“Dobbiamo fare molto di più”, ha detto il segretario generale dell’Onu, aggiungendo “Servono
maggiori tutele attraverso il rispetto della legge. Esorto tutti a
fare il possibile per tradurre le parole in azioni concrete per creare
un ambiente più sicuro per i media”.
"Garantire la libertà d'espressione in tutti i media", ha tweettato oggi il Commissario Ue alla Digital Agenda Neelie Kroes.
Mentre l'Alto Rappresentante Ue per la Politica estera e la sicurezza, Catherine Ashton, ha sottolineato come "in ogni società democratica" sia indispensabile "una stampa libera, indipendente e vivace".
"La Ue - ha sottolineato - è determinata a lottare per
la libertà di stampa in tutto il mondo e condanna l'aumento costante
delle intimidazioni, della violenza e della censura a cui i giornalisti
sono sottoposti in molti Paesi".
Angela Mills, direttore esecutivo dell'EPC
(European Publishers Council), ha osservato come purtroppo oggi la
libertà d'espressione non possa essere data per scontata, riferendosi
al caso dell'Ungheria, dove è in atto il tentativo delle forze
politiche di governo di limitare la libertà d'espressione e di stampa.
Ma non sono solo le minacce politiche a mettere in pericolo la libertà di stampa, ha indicato la Mills, anche quelle economiche.
"E' fondamentale - ha quindi osservato - che i media
tradizionali e i nuovi siano in grado di costruire modelli di business
sostenibili per finanziare contenuti di qualità".
In questo senso ha ricordato anche il grande lavoro fatto per garantire il diritto d'autore online.
Sugli aspetti economici che riguardano il settore s'è anche soffermata l’Efj, la Federazione Europea dei giornalisti,
ribadendo la necessità di promuovere il giornalismo come bene
pubblico, in un’epoca di austerità, di ristrutturazioni aziendali e di
commercializzazione dei media senza precedenti.
“Siamo preoccupati - ha detto il presidente Efj, Arne König - nel
vedere che migliaia di giornalisti hanno perso il lavoro negli ultimi
mesi in tutta Europa, alcuni colpiti dai tagli di posti di lavoro e
altri per essere stati assegnati a posizioni più precarie”.
"Il lavoro precario - si legge nella nota- e la
mancanza d’investimenti in risorse umane hanno un impatto importante
sulla qualità dell’informazione e della libertà di stampa”.
Raffaella Natale
03 Maggio 2013 - notizia 217445
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