Per il rinnovo di sindaci e consigli comunali in Sicilia si
voterà il 9 e 10 giugno prossimo e non più il 26 e 27 maggio. Lo ha
stabilito la giunta regionale, presieduta dal governatore
Rosario Crocetta, che ha dato mandato all'assessore alle Autonomie
locali di decretare la nuova data. La decisione è stata assunta per
consentire all' Assemblea regionale siciliana di esaminare il disegno di
legge sulla doppia preferenza di genere, già in discussione in
commissione Affari istituzionali. Lo riferisce l'Ansa.
"Sono venticinque gli emendamenti al ddl per la doppia preferenza di genere
all'esame della I commissione Ars. Li valuteremo senza pregiudizi anche
in ordine alle modifiche per il sistema di voto per i sindaci”, ha
annunciato oggi Marco Forzese, presidente della commissione legislativa
dell'Ars e deputato del gruppo "Democratici e riformisti per la
Sicilia". La novità normativa permette all'elettore di avere a
disposizione, se vuole, due voti di preferenza, purchè assegnati a una
donna e a un uomo.
“Diversi emendamenti – ha aggiunto Forzese - introducono la doppia scheda.
Questa eventualità di riformare la legge elettorale è senza dubbio
positiva. Va nel solco della separatezza del voto assegnato ai sindaci
rispetto alla doppia scelta dei consiglieri di entrambi i generi.
Auspico, dopo i lavori odierni della commissione, una seduta d'aula per
la legge elettorale che contenga la riforma proposta dal governo di
Rosario Crocetta e gli aggiustamenti al sistema di voto".
Proprio per permettere alla riforma della doppia preferenza di genere
di essere approvata in tempo prima dell'indizione dei comizi
elettorali, la giunta di governo ha dunque spostato la data del voto per
le amministrative al 9 e 10 giugno, anziché al 26 e 27 maggio. A questo
punto, però, l'Aula di Sala d'Ercole dovrebbe accelerare il passo,
approvandola in tempi molto stretti, anche se potrebbe non essere
necessario anticipare la riapertura dei lavori d'Aula prevista per l'8
aprile.
I tempi certo sono ridottissimi. Anzi tutto, è
abbastanza inconsueto che si tratti una legge elettorale nel pieno della
sessione di bilancio. La legge elettorale, peraltro, potrebbe uscire
del tutto stravolta, visto che gli emendamenti in discussione
prevederebbero, a quanto si apprende, interventi anche sullo sbarramento
(in commissione sarebbe passata una norma che abbassa la soglia dal 5
al 4 per cento per accedere ai consigli comunali), ma anche sul premio
di maggioranza, sui rimborsi per i consiglieri e su altri aspetti della
legge. Che cambierebbe volto, clamorosamente, a una manciata di giorni
dall'inidizione dei comizi elettorali.
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