Chissà se nel sottosuolo di Floresta c’è una grotta carsica,
magari suggestiva ed intrigante come quella di Frasassi nell’Anconitano o di Castellana nelle Murge.
Se lo sarà chiesto il sindaco di Floresta, il comune più alto della Sicilia con
i suoi 1275 metri sul livello del mare, quando ha ricevuto la diagnosi, da
parte dell’equipe dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di
Catania, sulla natura della fessura che
si pensava fosse un geyser e scoperta alcuni giorni fa. Ed invece si tratta di
uno sfiatatoio di una grotta carsica, di quelle che si sono formate millenni fa
sotto la spinta della crosta terrestre che ha lasciato dei vuoti negli strati
sotterranei.
Le rocce carsiche si formano in ambienti sottomarini ed è noto
come anche nelle montagne dei Nebrodi nel passato siano stati rinvenuti resti
di sedimentazione di carbonato di calcio
prodotto dal disfacimento di alghe, gusci di molluschi, plancton, e di quello
normalmente contenuto nell'acqua di mare.
Ieri una vera “task force” di
esperti, il geologo Domenico Patanè direttore dell’Ingv catanese e l’esperto
dello stesso Istituto, Mauro Coltelli, gli uomini della Guardia Forestale,
carabinieri ed operai del Comune, guidati dal sindaco Nello Marzullo si sono
recati nella contrada Lipurino per ispezionare quello che si credeva un gyser.
Il buco, profondo circa 200 metri è stato transennato e si dovrà provvedere a
sigillarne la bocca mentre il primo cittadino è intenzionato quando la
temperatura salirà a livelli accettabili a monitorare tutta la zona perché, da
segnalazioni avute negli anni, aveva appreso di altri avvistamenti simili. E
secondo gli esperti il sottosuolo nebroideo presenterebbe tutte le
caratteristiche per ospitare formazioni
carsiche.
Il secondo passo, come ci dice il primo cittadino Marzullo,
intenzionato a non lasciare nulla di intentato pur di scoprire cosa c’è ’ sotto
il suolo del suo paesino, è quello di far giungere a Floresta una squadra di
speleologi e far loro ispezionare lo sfiatatoio che alla bocca si presenta con
un diametro di circa un metro e mezzo ma che poi restringe mano a mano che si
scende. Si era parlato anche di calore emesso da quello che sembrava un geyser
ma invece, a detta degli esperti, il caldo non è altro che il prodotto del
contrasto creato tra la temperatura del sottosuolo e quella esterna che
attualmente a quella altitudine è di meno 5 gradi. Così si spiega l’assenza di
neve attorno alla fessura ed il vapore emesso. Come dicevamo la zona è stata
transennata e un divieto di accesso ne impedisce l’avvicinamento.
FRANCO PERDICHIZZI