Giovedì 27 Marzo 2025 - Direttore Responsabile
Salvatore Calà
tanti modi di comunicare con il corpo o con i mezzi di comunicazione!
TANTI MODI DI COMUNICARE CON IL CORPO O CON I MEZZI DI COMUNICAZIONE!
FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Attualità, CASTELL'UMBERTO (ME)
Esistono diversi modi di comunicare: la musica, la scrittura, la pittura, la danza, le parole, i sorrisi, gli sguardi.. Con qualunque parte del nostro corpo e qualunque altra forma di comunicazione noi siamo liberi di esprimere un pensiero, un nostro personalissimo pensiero.
Dando uno sguardo al mondo della pittura, mi sono resa conto che, una delle forme di comunicazione che noi tendiamo a sottovalutare è quella dei colori. Eppure ci sono stati grandi artisti che grazie a un semplice accostamento di colori o particolari tonalità sono riusciti ad esprimere il loro pensiero o il loro stato d’animo.
In particolare durante i primi anni del 900’ in Francia nasce un nuovo movimento artistico dove i componenti che ne fanno parte vengono soprannominati “i fauves” ovvero “belve feroci”. Questo proprio perché, sotto l’ispirazione di grandi artisti come Matisse, i veri protagonisti delle loro tele divengono i colori e non il disegno in se stesso. Il loro modo di dipingere diventa crudo e violento e si discosta dai delicati chiaroscuri degli impressionisti. Ormai è il colore a predominare, le pennellate diventano sempre più decise e vengono composte tele dalle tonalità forti. Con questa tecnica, i giovani artisti, vogliono rappresentare una realtà che li opprime. Abbandonano, dunque, la pittura tradizionale per dare spazio a una nuova, più immediata , istintiva e quasi primitiva.
Ma i fauves non furono i primi grandi coloristi e tra tutti i loro predecessori spicca il nome di Paul Gauguin, colui che si distaccò completamente dal l’arte impressionista. Gauguin diviene uno dei primi simbolisti, ovvero nelle sue opere la realtà viene sintetizzata al massimo e ogni figura, ogni oggetto assume un significato particolare.
Questo nuovo modo di dipingere verrà estremizzato dall’artista durante il suo viaggio a Thaiti. Nelle opere di questo periodo Gauguin sembra volerci trasportare in una realtà diversa, la realtà di altre popolazioni, popolazioni primitive, indigene, che vivono a contatto con la natura, con ciò che li circonda. Vivono quasi in un mondo idilliaco, dove l’uomo mostra la sua vera essenza. Quei colori così vivi, così forti ed espressivi rallegrano l’anima di chi li osserva.
E non a caso,in alcune opere, i personaggi prendono gli stessi colori dei paesaggi che li circondano. Gauguin con questa tecnica, ci mostra come in popolazioni non globalizzate l’uomo viva in sintonia con la natura, con tutto ciò che gli è vicino. L’uomo primitivo è capace di apprezzare la vita in ogni sua sfaccettatura, lascia che la vita stessa lo attraversi completamente, fino al midollo.
Una popolazione primitiva,come lo è stata, per fare un esempio, quella degli Indiani d’America, vive senza fretta, sa pensare, ascoltare, osservare e riflettere. Il lavoro non è l’unica cosa che le serve per sentirsi realizzata e la famiglia e gli affetti sono le cose che più contano. La sete di potere non le appartiene e i sentimenti e le emozioni non sono “a tempo libero”.
Forse dovremmo un po’ pensarci sù, soprattutto noi occidentali. Sicuramente il progresso ha portato molte agevolazioni, soprattutto in campo medico, ma insieme ai pro ha anche portato i contro, tra cui quello di averci privato dell’autenticità del mondo che ci circonda. Noi siamo in grado di sederci su una spiaggia e osservare un tramonto in silenzio? Siamo capaci di percepire l’odore della pioggia, del terreno umido? E ancora, sappiamo apprezzare il vento che tutte le mattine accarezza il nostro viso? No, tutte queste cose per noi sono solo banalità. E’ per questo che noi, il più delle volte, ci limitiamo semplicemente ad esistere. Noi non viviamo, sopravviviamo caso mai.