La vicenda giudiziale tra la Adriana Gaglio, dipendente del comune e l’Ente stesso, si arricchisce di una nuova puntata, dal sapore dolce e amaro.
Infatti, con un comunicato stampa il primo cittadino Irene Ricciardello scrive che “per quanto amaro sia vincere in giudizio contro un dipendente membro della nostra macchina amministrativa, ci corre l’obbligo di tutelare l’Ente che reggiamo e di informare sullo stato dell’arte della situazione”, con in mano gli atti appena emessi dal tribunale pattese che ha accolto il reclamo del Comune di Brolo nella controversia con la dipendente Adriana Gaglio, la quale aveva agito legalmente contro l’atto che decretava il suo trasferimento all’ufficio del Giudice di Pace di Sant’Angelo di Brolo.
Per il primo cittadino brolese, la vicenda viene accolta ovviamente con soddisfazione quanto ora decretato dal tribunale” che ha condannato la dipendente a compensare anche il pagamento delle spese di entrambi i gradi di giudizio che adesso dovranno essere versate al Comune.
“Questo dimostra, sottolinea con forza la Ricciardello che “aldilà delle speculazioni politiche e i tentativi di screditare la mia amministrazione – accusata di aver agito “per vendetta”- che si è agito nel giusto, senza ledere i diritti di nessuno, nel rispetto delle regole che siamo i primi a voler vedere rispettate nell’interesse dell’intera collettività”. Il primo cittadino brolese commenta anche che entrando poi nel merito delle motivazioni del decreto di rigetto,: “si evince come l’avvocato Sorbello di Messina, che ha curato le parti del comune, abbia smontato, tassello dopo tassello ogni addebito mosso all’ente. Crolla subito l’ipotesi di reato addebitabile all’Ente, in quanto chi agisce in via cautelare è tenuto ad allegare e provare che il protrarsi della situazione considerata antigiuridica possa arrecargli pregiudizi imminenti e irreparabili”.
Il Tribunale ha inoltre ritenuto che quanto sostenuto dalla dipendente relativamente alla lesioni di natura morale, fosse generico e privo di qualsivoglia riscontro probatorio. “La questione era scaturita dopo che il Comune di Brolo, in forza di una convenzione con altri comuni, adempiendo ai propri impegni, al fine di mantenere l’ufficio di Giudice di Pace a Sant’Angelo di Brolo si era impegnato a fornire il personale amministrativo”, ricorda la prima cittadina.
Quindi la scelta era caduta sulla dipendente Gaglio che per l’amministrazione aveva i requisiti idonei per assolvere a quell’incarico. “Una scelta assolutamente legittima e corretta, confermata oggi definitivamente anche dalla magistratura”, conclude la Ricciardello.