Per il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Patti Dott.ssa Ines Rigoli, “Non sussistono sufficienti elementi per procedere ad un approfondito dibattimento dell’accusa in ordine al reato di cui all’art. 595 comma 3 del codice penale” e pertanto ha disposto l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al P.M.”.
Il Procedimento penale in questione era scaturito da una querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dall’avvocato Vincenza Maccora, sindaco di Sinagra più altri due, contro Massimo Scaffidi, Salvatore Calà e chi scrive. La vicenda riguarda due articoli, a firma di Scaffidi ed Caputo, pubblicati sui giornali on- line: “Scomunicando” e il “Quadrifoglio news”; che riportavano la modifica, da parte di ignoti ,dell’enciclopedia libera “ Wikipedia” alla voce Sinagra.
Già il Pubblico Ministero, non ravvisando i reati citati, aveva chiesto l’archiviazione alla quale però si erano opposti i querelanti. Ora anche per il Gip non ci sono sufficienti elementi per andare al processo. Il Magistrato scrive infatti nell’Ordinanza di archiviazione, che i giornalisti hanno dato la notizia “senza eccedere i limiti connaturati all’esercizio del diritto di critica e di cronaca, avuto riguardo alla verità della notizia, alla rilevanza nel contesto locale di riferimento, nonchè alla continenza delle forme espositive“ accogliendo di fatto le tesi difensive dei legali dei giornalisti, gli avvocati Mauro Aquino, Sandro Pruiti e Salvatore Cipriano.
La notizia doverosamente asettica, induce ad una riflessione sul delicato rapporto tra la libertà di informazione e opinione, costituzionalmente garantiti, e l’esigenza di rispettare i diritti fondamentali e la dignità personale dei cittadini.