In Sicilia si chiude l'era delle Province: con 36 voti a favore, 11 contrari e 6 astenuti, il Parlamento regionale ha approvato la riforma che istituisce 6 Liberi consorzi e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. La legge passata ieri, 30 luglio, completa la riforma approvata lo scorso anno, attribuendo funzioni e competenze ai neonati enti intermedi e manda definitivamente in soffitta le nove ex Province della Sicilia, attualmente rette da commissari. Entusiasti i commenti degli onorevoli che si sono fortemente adoperati perchè questa riforma andasse in porto.
“La riforma delle Province, che istituisce sei Liberi Consorzi di Comuni e le Città Metropolitane di Palermo Catania e Messina segna una svolta dell’assetto degli enti locali in Sicilia. A chi dice che ‘abbiamo solo cambiato il nome’, rispondo che non sa di cosa parla”. Lo dice Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, dove nel corso di questi mesi è stato elaborato il testo di riforma delle Province, che istituisce i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane, approvato oggi dall’Assemblea Regionale Siciliana.
“La riforma delle Province disegna una cornice innovativa. Adesso attraverso gli Statuti dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane si potranno scrivere specifici contenuti legati alle differenti esigenze dei territori. Si potrà individuare la gestione di servizi e competenze improntati all’efficienza per contribuire alla razionalizzazione della spesa”. E’ questo il commento di Giuseppe Laccoto alla riforma delle Province votata dall’aula di Palazzo dei Normanni.
“Nella Città Metropolitana di Messina, che da oggi è una realtà, – continua – andrà valorizzata la vocazione turistica, culturale e ambientale, anche attingendo a specifici canali comunitari, ma tra le priorità verranno inseriti anche i servizi, le strade e le scuole.
“Bisogna preparare il percorso che porterà in autunno all’elezione del presidente e della giunta dell’ente con un’elezione di secondo livello alla quale partecipano consiglieri e sindaci: un’occasione per rinsaldare il legame politico e amministrativo in un territorio che da oggi in poi dovrà pensare alla propria gestione in diversa e moderna. Nessun motivo di preoccupazione, infine, – conclude il parlamentare PD – per il personale delle ex Province, che transiterà nei nuovi Enti senza nessun svantaggio”.
|