Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo 5 anni e mezzo di detenzione, la Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria (Roberto Lucisano presidente, Gabriella Cappello a latere) ha sentenziato che Antonino Schiavone, 66 anni, non era un concorrente esterno delle cosche di Seminara. Ma prima di arrivare a questa decisione assolutoria Antonino Schiavone ha dovuto scalare il suo Calvario subendo l’arresto nell’operazione “Artemisia” e poi una condanna a 7 anni di reclusione da parte della Corte di Assise di Palmi. Pena confermata anche in Appello e poi annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione.
Ieri il nuovo processo in cui gli avvocati Michele Priolo e Biagio Di Vece hanno fatto valere le ragioni del proprio assistito. Nel 2006 Schiavone, titolare dell’omonima ditta che da quasi mezzo secolo svolge l’attività di esplosione di fuochi d’artificio in tutta la Calabria, aveva ricevuto mandato dal Comitato organizzatore delle feste di Seminara a esplodere i fuochi in quel paese.
Vi era stata così occasione per il giovane Domenico Gioffrè di offrire la sua collaborazione all’esplosione dei fuochi. Il rapporto si è protratto per circa due anni e aveva creato i presupposti perché
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