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Riceviamo & Pubblichiamo *
Sono appena stato informato dell’aggressione mediatica di cui sono ingiustamente vittima in queste ore a causa di quanto asserito dal sig. Calà Salvatore, direttore e responsabile del giornale “Quadrifoglio news”.
Mi si accusa di avere impedito al sig. Calà di entrare con le telecamere nell’aula consiliare e di avere violato un diritto costituzionalmente garantito qual è quello di cronaca.
Non posso fare a meno di evidenziare che il diritto di cronaca si fonda sul principio della “verità della notizia”. Il giornalista deve narrare il vero. Ed allora mi chiedo come possa il sig. Calà accusarmi di avergli vietato l’ingresso nell’aula consiliare con le telecamere se nessuna previa richiesta, ai sensi della normativa pervista dall’art. 7 del regolamento comunale, costui mi ha formulato in tal senso e nemmeno informalmente.
In ogni caso evidenzio che le riprese durante le sedute dei consigli comunali , dichiarate lecite dal Garante della Privacy, non sono di certo né obbligatorie, né tantomeno prive di normazione.
Il diritto di cronaca non è l’unico costituzionalmente garantito. Ve ne sono altri, quali il diritto alla dignità della persona parimenti di rango costituzionale.
Ed è in tale ottica e nel rispetto delle leggi, che è stato ritenuto opportuno non ricorrere nemmeno alla diretta streaming per la seduta del Consiglio Comunale del 27 gennaio 2014, un invito giunto da più parti e suggerito dal buon senso.
Il comma 2 dell’art. 182 della l.r. 15/03/1963 n. 16 così statuisce: “ la seduta è segreta quando si tratti di questioni che implichino apprezzamenti o giudizi sulle qualità delle persone”.
Poiché l’ordine del giorno prevedeva la discussione sulla revoca dell’assessore Nino Dovico Lupo era timore diffuso che l’intervento di qualche consigliere potesse degenerare e sconfinare nella violazione della superiore norma e/o in attacchi personali che avrebbero potuto ledere l’onorabilità di colui nei cui confronti fossero stati rivolti.
Se ciò fosse accaduto un’eventuale diretta streaming avrebbe reso ancora più incandescente un clima già di per sé teso.
Pur tenendosi la seduta pubblica al fine di non escludere l’uditorio né la stampa sono state in obbedienza al dettato normativo evitate riprese audiovisive.
Del resto è lo stesso Regolamento del Consiglio Comunale, che tutti i consiglieri di certo ben conoscono, che all’art. 7 addirittura prevede che siano segrete “le sedute che implichino valutazioni su persone”, come si prevedeva sarebbe stata quella dello scorso 27 gennaio, in virtù delle motivazioni addotte dal Sig. Sindaco del Comune di Piraino nel Suo provvedimento di revoca dell’assessore Dovico Lupo, in cui si menzionano “comportamenti non adeguati al ruolo rivestito ed alla funzione svolta che hanno nuociuto all’immagine dell’Ente”.
Il Presidente del Consiglio Comunale
Dott. Aldo Marino