IO PENSO POSITIVO!!IL PRESUPPOSTO ESSENZIALE PER LA GUARIGIONE DALLE MALATTIE...
Gli scopi prioritari dell'uomo primitivo erano quelli di assolvere a pochi, essenziali bisogni: alimentarsi, proteggersi, soddisfare le proprie necessità fisiologiche. Quindi la sua esistenza ed il suo stato di benessere erano condizionati semplicemente dall'essere o meno riuscito ad assolvere a tali esigenze. L'evoluzione successiva ha certamente via via migliorato le condizioni di vita dell'uomo, ma ha anche, di fatto, moltiplicato a dismisura i bisogni da soddisfare, obbligandolo a concentrare su di essi tutte le sue attenzioni ed allontanandolo sempre più dal raggiungimento di quel senso di appagamento, latore di serenità e benessere interiore.
Con ciò non vogliamo affermare che sarebbe auspicabile un ritorno al passato, oltre che utopistico sarebbe controproducente, ma che i nostri maggiori sforzi dovrebbero essere indirizzati verso l'apprezzamento e la compiacenza di godere di ciò che abbiamo, cercando sì, sempre, di migliorarci, ma nel contempo gioire anche per le piccole soddisfazioni quotidiane (l'abbraccio di tuo figlio, il bacio di tua madre, il sorriso di un amico, etc.). Nell'attitudine ad apprezzare queste piccole cose e a vedere il lato positivo anche nelle maggiori avversità è racchiuso il segreto della gioia di vivere; in due parole possiamo dire che la nostra serenità ed il nostro benessere dipendono dalla nostra capacità di "pensare positivo". Il più delle volte nemmeno ci accorgiamo di quanto l'atteggiamento verso ciò che ci accade, anche modeste sventure, può condizionare la nostra vita.
IL PENSIERO POSITIVO
Se in conseguenza di un'esperienza negativa abbiamo programmato l'equazione "amare = soffrire", avremo molta paura di amare; magari cercheremo l'amore, ma non saremo nelle condizioni di viverlo appieno determinando magari la fine del rapporto prima che ci ferisca. Se abbiamo il programma inconscio "avere più degli altri = ingiustizia", da un lato desidereremo avere delle belle cose ed avere successo, ma ci attireremo delle circostanze tali da mandare in pezzi queste belle cose o da sabotare le nostre occasioni di successo. Tali programmazioni influiscono prima di tutto sui nostri pensieri che, a loro volta condizionano la nostra esistenza. E' stato calcolato che mediamente il 70% dei nostri pensieri è negativo; siamo quindi per lo più in una funzione automatica sfavorevole.
Purtroppo non ci rendiamo conto che tali pensieri ci condizionano a tal punto da mettere in atto le negatività. Il destino è una funzione automatica che prende il sopravvento quando rinunciamo a tenere le redini della nostra vita; riprendiamo il comando e vedremo che la nostra vita si trasformerà per il meglio, sia per quanto riguarda la nostra salute che la nostra felicità. Ma come passare da questa funzione automatica sfavorevole ad una funzione automatica favorevole? Prima di tutto dobbiamo ritornare alla funzione manuale, che consiste nel fare attenzione alle parole che pronunciamo, ma soprattutto a certe espressioni abituali come "faccio fatica a..." oppure "non riesco a...".
Tali espressioni finiscono per crearci realmente degli affaticamenti e generare situazioni di insuccesso. Tornare alla funzione manuale consiste nello stare attenti a queste espressioni preconfezionate, nell'annullare tali programmazioni dicendo "la annullo" e sostituendo "faccio fatica" con "mi risulta un po' meno facile"; "sono debole di..." con "il mio ... sta migliorando"; "non ne uscirò mai" con "non so come, ma ne uscirò" e così via. Ciò che importa è l'immagine formata dalla parola che uso: quando la parola o l'espressione nuova, favorevole, diventa abitudine, la lascio diventare automatica. Dunque per usare in modo favorevole il nostro computer cerebrale:
- faremo attenzione alle parole ed alle espressioni di cui ci serviamo;
- annulleremo quelle che possono avere ripercussioni sfavorevoli;
- faremo in modo di sostituirle con parole o espressioni gradevoli.
Inoltre prenderemo l'abitudine di usare espressioni del tipo: magnifico, straordinario, fantastico, sono sempre più in forma, vado sempre meglio, eccetera. Formule come "sempre più" e "sempre meglio" sono favorevoli e ci aiutano a credere in quello che diciamo, oltre che a influenzare il nostro subconscio. Una persona ammalata può avere difficoltà a credere di star bene, ma se accetta l'idea di "sempre meglio", questo implica "un po' meglio di ieri". E' dunque una formula più facile da registrare. Il subconscio che ripete quest'ordine farà in modo che ci si predisponga effettivamente ad un miglioramento, e il risultato incoraggiante ci permetterà di crederci fino a che potremo dire finalmente: "sto bene!".
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla www.parafarmaciaricciardello.it