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un gioiellino che brilla, con la sua infiorata dedicata al rosario
 
UN GIOIELLINO CHE BRILLA, CON LA SUA INFIORATA DEDICATA AL ROSARIO
un gioiellino che brilla, con la sua infiorata dedicata al rosario
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FONTE NOTIZIA: Grazia Mignacca
Eventi, FLORESTA (ME)

Se si potesse trasferire anche i profumi si potrebbe meglio rendere l’idea della bellezza di un paesaggio, quello di Floresta, che si trova sui Monti Nebrodi, sullo spartiacque tra il mar Tirreno e il mar Ionio e che ha un piccolo primato: quello di sorgere a 1275 metri e di essere quindi il comune più alto della Sicilia. Un gioiellino che brilla di antichi sapori, incastonato nel Parco dei Nebrodi dove fino a domani si potrà visitare l’infiorata dedicata al Rosario Missionario.

Gli abitanti del posto, appena 530 persone, in questi giorni sono stati tutti in gran fermento perché impegnati nella realizzazione dell’XI infiorata, che quest’anno è dedicata al Rosario Missionario. Un evento che si ripete per il Corpus Domini, posticipata di qualche giorno in questa edizione per consentire ad alcuni artisti di poter mettere mano alla realizzazione della manifestazione.

Adiacente alla piazza Umberto, tra la via delle Fate e quella principale, si può ammirare i bellissimi volti della Madonna con in braccio il bambino Gesù. Interamente realizzati con quello che la natura confeziona perché gli uomini possano compiacersi di essere nati sulla Terra: con fiori di ginestre, di sambuchi, con foglie di pini, e morbidi manti di muschio selvatico che - dicevo – se si potesse annusarli, tra le righe, si darebbero un senso più dignitoso a ciò che di questa terra vogliamo trasferire qui.

Sembra un presepe estivo, Floresta, e non solo in questi giorni. Con le sue viuzze che rimandano ad antichi meandri medievali, ai suoi balconi infiorati con gerani e petunie luminosissime che sbucano dai muri di pietra chiara. E qua e là fanno bella mostra anche i prodotti di una città dedicata alle provole e alle Tholos, le antiche abitazioni dei pastori che richiamano i trulli della Puglia. Stando ad alcuni studi, Floresta, nell'antichità era utilizzato dai romani, quale rifornimento di legname, per le loro navi, vista anche la vicinanza con la costa tirrenica della sicilia.

Questo primordiale insediamento sarebbe poi stato abbandonato nei secoli bui del medioevo, per via delle difficoltà di comunicazione ed approvvigionamenti nei periodi invernali, solitamente innevati. All'inizio del XIV secolo, venne infeudato da Federico D'Aragona al nobile Peregrino De Pactis.

Per successioni varie e per atti dotali nei secoli successivi, il feudo pervenne al nobile spagnolo Antonio Quintanas Duegna, passò poi agli Ardoino, ai Moncada d'Alcontres ed infine agli Stagno d'Alcontres, che lo tennero fino all'abolizione dei privilegi feudali, sancita dalla nuova costituzione borbonica nel 1812. Nel 1820, la piccola comunità veniva eretta in Comune autonomo.
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