A contribuire alla decisione della presidente anche il movimento 5 stelle che lo ha incalzato in questi mesi
Detto fatto. La giunta e la maggioranza accelerano sulla
rivoluzione delle Province. Che non sarà solo una abolizione
dell'esistente, ma piuttosto una riorganizzazione generale delle
competenze degli enti locali. Che, se sarà approvata dall'Ars,
porrà la Sicilia all'avanguardia sul piano nazionale. Al di là dello
Stretto, infatti, la riforma del governo Monti per mandare in pensione
le Province si è persa per strada con la fine anticipata della
legislatura. In Sicilia la musica potrebbe essere diversa. Si è concluso
dopo un paio d'ore di confronto il vertice tra Rosario Crocetta e i
capigruppo di maggioranza a Palazzo d'Orleans. Il governatore ha
illustrato i punti salienti del ddl di riforma che *stanotte dovrebbe
essere varato dalla giunta per approdare domani a Palazzo dei Normanni.
Una riforma su cui c'è una condivisione di massima da parte dei partiti
di maggioranza.
Le Province verranno sostituite dai liberi consorzi di Comuni previsti dallo Statuto.
Che avranno funzioni e competenze diverse rispetto alle attuali
Province. A partire dalla competenza su rifiuti, acque ed edilizia
popolare. Un quadro nuovo che porterà alla fine dell'era degli Ato
idrici e degli Ato rifiuti. “Con la riforma, proprio come il Pd ha
sempre sostenuto, ci sarà un abbattimento reale dell'apparato pubblico
con l'eliminazione di duplicazioni di spesa”, sottolinea il capogruppo
dei democratici Baldo Gucciardi. Sarà proprio dalla fine di cda e
collegi sindacali degli Ato e degli altri enti che saranno sostituiti
dai consorzi che maturerà una delle voci di risparmio di spesa. Ma non
solo.
Un altro risparmio sensibile arriverà dalle cariche elettive,
che saltano tutte nella riforma. Per i consorzi, infatti, sono previste
“elezioni di secondo livello, con organi elettivi più snelli, senza
indennità”, riferisce Lino Leanza, capogruppo dell'Udc. In pratica,
saranno i sindaci dei Comuni del consorzio a eleggere tra loro il
presidente del consorzio. Mentre i consigli comunali eleggeranno il
consiglio, che sarà comunque meno numeroso degli attuali consigli
provinciali.
Non ci saranno indennità, ma solo rimborsi per consiglieri e presidenti.
Inoltre, la riforma se da una parte assegnerà
competenze nuove agli enti che prenderanno il posto delle Province,
dall'altra potrebbe decentrare ai Comuni alcune competenze attualmente
in carico alle Province, come l'edilizia scolastica.
“È emerso un discorso radicalmente innovativo, con una
forte riduzione di spesa – commenta Nino Malafarina della Lista Crocetta
-. Questi organismi diventeranno enti di programmazione territoriale.
Siamo andati ben oltre la mera abolizione”.
Il ddl di riforma conterrà anche il congelamento delle elezioni provinciali di maggio.
“E' necessario – osserva Malafarina -, altrimenti si spenderebbero dei
soldi per votare chi cesserebbe dalle funzioni al momento di
approvazione della riforma”.
Soddisfatti i partiti. “Credo che sia un buon inizio”,
osserva Gucciardi, che però insiste sulla necessità di procedere in
tempi celeri: “Domani il tsto dovrebbe approdare in Assemblea, poi
bisognerà fare speditamente, prima si approva la riforma meglio è”. Lino
Leanza dell'Udc tiene a precisare che “con il testo in mano” si
approfondirà la riforma “nei gruppi parlamentari già convocati per
domani”. Malafarina è ottimista: “Certo, si potranno fare delle limature
in Parlamento, ma la Sicilia ha l'occasione di fare qualcosa di storico
mai realizzato altrove”.
"Si tratta di una decisione epocale che segna davvero la rivoluzione che con Crocetta stiamo realizzando in Sicilia.
Apprezzo molto anche l’idea del governatore di istituire l’Alta Corte
in Sicilia che avrà le competenze finora riconosciute alla Consulta -
commenta Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la
Sicilia all’Ars -. Sul versante economico la maggioranza ha dato il
proprio sostegno alla emissione dei
“Trinacria Bond” da parte dell’Irfis
che faranno crescere la disponibilità finanziaria di cassa della
Regione con effetti immediati. Infine, trovo davvero straordinario il
progetto di
“reddito minimo di solidarietà” per le famiglie per
il quale ci sarà da subito una dotazione di 130 milioni di euro
derivanti dalla soppressione delle province”.