Sabato 17 Aprile 2021 - Direttore Responsabile
Salvatore Calà
la settimana della cultura con una passerella del cuore e dell’animo
LA SETTIMANA DELLA CULTURA CON UNA PASSERELLA DEL CUORE E DELL’ANIMO
FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
Cultura, SINAGRA (ME)
Tessuti leggeri e “pesanti”, pizze, tulli, sobrietà ricercata,
raso per le bambine, seduzione sana per le giovanissime e, sullo sfondo,
l’evoluzione storico culturale del vestire intimo e non solo. Una passerella
del “cuore e dell’animo” che ha fatto rivivere uno spaccato dell’abbigliamento nebroideo.
Pareva di vederle le nostre nonne alla fioca e
“romantica” luce della “citulena” cucire e ricamare “sogni e speranze” per
le figlie da marito. Apre cosi come meglio non poteva la prima giornata
della settimana della cultura sinagrese organizzata da Comune e Pro-Loco. A
certificarlo il bagno di pubblico, oltre 800 persone, che hanno accalcato
tutte le sale del settecentesco palazzo Salleo rendendo persino difficile il
lavoro di giornalisti e troupe televisive.
La nostra scommessa è stata-
spiega l’assessore al ramo Vincenza Sicilia- che ha fortemente voluto la
kermesse- fare cultura attraverso l’arte, rendendo vivi e tangibili con una
sfilata di “intimo” i processi legati alla cultura e alle aspettative di
“sogno” e di “riscatto”che riponevano nel vestire i nostri padri. Il palazzo
va valorizzato in tutti i modi e diventare sede e volano di cultura e di
rilancio economico. Ad impreziosire il tutto la collezione di gioelli by
“Fati-pura passion” di Fatima Befumo.
“Un impegno durato mesi, spiega
l’altro motore della manifestazione la presidente della Pro-loco Enza
Mola, ma ne è valsa la pena, grazie anche allo stilista Franco Reale e
alla presentazione di Lucia Porracciolo”. Intanto il sogno continua. pare
di vederli i i paesi dei nebrodi del primo novecento, arroccati sui monti,
circondati dai pascoli , dove "cappelli" e "coopole" calcano la piazza e la
giumenta; dove cultura, tradizione e morale, disegnano la linea della vita,
fatta di stanze "leopardiane", dove l'amore e il sacrificio sono l'ago e il
filo delle donne; dove la baronessa di Carini fa continuava a vivere e
...forse ancora "disegna" il crepuscolo; la dove già germogliavano
timidamente, tra sole e pastorali, i semi dell'emancipazione femminile e
della rinascita, che, come un fiore caparbio che cresce nella roccia, sarà
destinata a sbocciare, primavera malata, nell'emancipazione femminile che
non emancipa.
La serata continua, avvolge se stessa, si avvia alla fine. La
scala è grande, mestosa, addobbata nel tempo e nel ricordo, si perde
nell'apprensione della presidentessa della Pro- loco che vuole che
tutto sia perfetto. Tutto e luce, anzi prenombra.
La, a sinistra
dell'ampia scalinata, il sogno si svela, veste i volti delle
bellissime ragazze, crea un'emozione. La folla applude, la
manifestazione volge al desio. L'incantesimo sembra finito, anzi no...
continua nel ricordo tra una treccia nera, frivola e ribbelle e un sogno
di luce e di cuore, fatto di sole e di vita... e intanto lassù, a Castel di
Lucio, le nonne ricamano ancora...